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La Tv italiana non può fare a meno di Striscia La Notizia

Il tg satirico di Antonio Ricci è in mezzo all’ennesima bufera per il tapiro ad Ambra Angiolini. Una vicenda che fa emergere, ancora una volta, come Striscia sia il programma che meglio di ogni altro sa rappresentare la Tv tradizionale e trovare forza negli attacchi di chi a quella Tv ha detto basta.
A cura di Andrea Parrella
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"Ma chi è che guarda ancora Striscia La Notizia?/Io no, da più di dieci anni/Continua a rincoglionire gli italiani". Queste e tante altre di stampo simile le frasi che spopolano sui social animando il dibattito sul tapiro ad Ambra Angiolini per la fine della sua storia con Massimiliano Allegri. Basterebbe aprire Twitter pochi minuti per giungere alla conclusione immediata che Striscia sia sul punto di chiudere. Tanta è l'indignazione, il disprezzo per il programma di Antonio Ricci che emerge da certe bolle, tale da far credere che domani non ci sarebbe nessuno pronto a piangere per la soppressione di un programma televisivo così bistrattato.

La provenienza delle polemiche – web e social – ci dice però qualcosa di più. Quello di Ambra Angiolini e Staffelli, infatti, sembra l'ennesimo caso che traccia una linea di demarcazione netta tra l'Auditel e i trend, tra la Tv e i social, tra due mondi che continuano a parlare due lingue diverse e dare segni di palese incompatibilità, fatta salva la necessità bilaterale di trovare un accordo di coabitazione.

Milioni di persone guardano Striscia La Notizia

Se scrollando Twitter possiamo avere l'impressione di un programma televisivo dall'elettroencefalogramma piatto, ben diversa è la storia raccontata dagli ascolti televisivi. Il programma di Ricci fatica da anni a vincere la concorrenza di Rai1 nella stessa fascia oraria, ma allo stesso tempo non c'è alcun segnale che farebbe pensare a un declino catastrofico. Anzi, si tenderebbe a restare sorpresi davanti a un successo pressoché immutato che va avanti da 30 anni e che per la tanto vituperata puntata con il tapiro ad Ambra Angiolini ha portato nelle casse di Striscia 4.223.000 spettatori pari al 17.3% di share.

Un consenso numerico enorme che rende tutt'altro che digeribile l'ipotesi di un'eventuale scomparsa del Tg satirico. Negli anni Striscia ha formato generazioni, ha plasmato il modo di pensare dei molti che davanti a uno scandalo pensano pavlovianamente a chiamare Striscia per denunciare tutto. Il programma ha attecchito così tanto da aver contaminato il nostro dizionario, visto che "tapiro" e "velina" colorano strutturalmente le conversazioni quotidiane. Insomma, fa parte della nostra dieta, ha pervaso con costanza e longevità il nostro quotidiano trasformandosi in qualcosa di imprescindibile.

Striscia è l'emblema della Tv

Questo programma non è solo l'architrave di Mediaset, ma dell'intero sistema della Tv generalista, grazie alla questa capacità di essere eternamente controcorrente, ma clamorosamente fuori dal tempo.

Fuori dal tempo, appunto. È qui che emerge l'anima divisiva di Striscia La Notizia. Nell'ultimo anno il Tg satirico ha dovuto affrontare una serie di bufere che hanno svelato come Striscia incarni più di qualsiasi altro programma le sfumature della Tv generalista, compresi i difetti che tanto la rendono invisa a quelle generazioni che hanno deciso di farne a meno. Dallo scandalo internazionale lanciato da Diet Prada, alla gag di Scotti e Hunziker sui cinesi, alle critiche per il metodo Brumotti, fino a questa vicenda di Staffelli e Ambra. Sono tutti elementi che disegnano la spaccatura venutasi a creare tra Striscia La Notizia e il mondo nuovo, con i suoi linguaggi e le sue regole che ripudiano molti simboli di cui Striscia si fa intrinsecamente portatore, dal ruolo della donna al tema dell'appropriazione culturale, fino all'ironia su questi aspetti, oggi poco tollerata. In pratica niente di quello che succede prima di cena su Canale 5 pare essere in linea con la direzione verso cui il mondo si sta dirigendo. Uno scontro generazionale in cui Striscia si è ritrovata a rappresentare il vecchio, ciò che va ripudiato in quanto vetusto e desueto. A qualcuno sembrerà un limite, invece è un punto di forza: l'impressione è che fino a quando lo schema resterà questo, Striscia sarà intoccabile e indispensabile all'esistenza stessa della televisione.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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