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Il 2020, l’anno in cui la Tv è tornata a sentirsi importante

L’anno atroce che si avvia a conclusione passerà alla storia anche come quello in cui abbiamo riscoperto la funzione centrale della televisione. Sia di quella generalista che della nuova Tv, quella delle piattaforme streaming che negli ultimi mesi sono riuscite a conquistare anche il pubblico tradizionale.
A cura di Andrea Parrella
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Il 2020 che si avvia alla conclusione porta con sé la voglia di molti di congedarsi dai 12 mesi terribili che abbiamo appena trascorso con parole forti, riflessioni decise che possano rimanere scolpite nella testa. Fare un bilancio del 2020 sarebbe impossibile e ci penseranno i libri di storia, nei prossimi decenni, a tracciarne un resoconto sintetico.

Ma in un'annata che ci ha costretti alla reclusione forzata, al cambio delle abitudini di vita e alla necessita di trovare dei passatempi, una funzione fondamentale l'ha svolta la televisione, che è tornata ad avere un ruolo cruciale nelle nostre esistenze, riacquisendo una centralità che pareva aver smarrito.

La Tv del 2020 in 2 minuti

Ore di dirette fiume, palinsesti stravolti, programmi ribaltati per convertirsi a spazi informativi sul Coronavirus, la novità dei collegamenti via internet, le librerie sullo sfondo delle persone collegate, i problemi tecnici. E poi ancora gli studi televisivi vuoti, il silenzio imposto che ha modificato in modo irreversibile la grammatica di alcuni programmi. E ancora le nuove star televisive, tra esperti e virologi che negli ultimi mesi sono stati i volti per noi più familiari. Ci sono state le polemiche, è stato puntato il dito contro il rischio infodemia,abbiamo visto gli inseguimenti della polizia ai danni di persone che portavano a spasso il cane, ripresi in diretta da un elicottero. Abbiamo assistito ai primi programmi Tv condotti direttamente da casa (vedi prima Carlo Conti e poi Alessandro Cattelan), ma abbiamo anche visto la Tv del passato riesumata e trasformata in una fake news. E ancora abbiamo visto i palinsesti genuflettersi alle dirette del presidente del Consiglio Conte, le cui immagini mentre annuncia il lockdown a livello nazionale resteranno tristemente indimenticabili.

L'invasione dello streaming

Se la Tv tradizionale si è riscoperta nella sua funzione di sostegno al pubblico in un momento di crisi, l'apparecchio televisivo stesso si è rivelato cruciale nel 2020 per concedere alle nuove piattaforme di entrare definitivamente nelle case delle persone, anche in quelle dove non erano riuscite a penetrare. Netflix, Amazon Prime, Disney +RaiPlay in questo 2020 anche il pubblico tradizionalista ha imparato a familiarizzare con questi strumenti, accelerando un processo che appariva comunque inevitabile. E il Natale in semi lockdown che abbiamo appena trascorso, con i cinema chiusi in un periodo da sempre cruciale per il settore, ha rappresentato l'atto definitivo della transizione verso l'era delle piattaforme.

Resiste dunque la Tv classica, grazie alla ritrovata centralità dello strumento della diretta, necessaria più che mai per il racconto in tempo reale della pandemia, ma avanza senza esitazioni quella che da anni è descritta come la nuova Tv, inizialmente destinata a soppiantare la vecchia, ma ora in perfetto equilibrio con quest'ultima. E chissà che alla fine, per prosperare entrambe, non decidano di convivere.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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