Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte firma il nuovo decreto con le misure per il contenimento del contagio, consigliando il mantenimento nei contatti sociali di una distanza interpersonale di almeno un metro, evitando abbracci e strette di mano. Amici di Maria De Filippi e Ballando con le stelle si scontrerebbero, ad esempio, con una natura diametralmente opposta alle misure da adottare e programmi come I soliti ignoti e Ciao Darwin subiscono il limite dei concorrenti da ‘importare' dalle varie regioni d'Italia. La tv sotto gli effetti del Coronavirus non se la passa bene.
Si parte con La Corrida cassata nei palinsesti Rai in virtù delle nuove disposizioni del governo che rendono impossibile la presenza di pubblico in studio. Linea proibitiva senza campanacci e fischi, trasmissione completamente snaturata in assenza della sua linfa vitale, il pubblico votante. Stesso discorso per Amici, format sorretto dalla formula claque, che spesso prende il sopravvento su quella delle poltrone comunicanti, quelle dei giudici, che a loro volta dovrebbero contemplare la distanza di sicurezza tipica dei cinema, con una seduta sì e una seduta no. Per non parlare dei ballerini e dei vari professionisti, chiamati a mettere in scena l'arte della danza a debita distanza.
Orfani di pubblico, i programmi Rai e Mediaset stanno cercando di sopravvivere al Coronavirus in un'atmosfera spettrale, percepibile soprattutto in un contenitore come Che tempo che fa, nel quale, a differenza di Uomini e Donne che può avvalersi della conduttrice e degli opinionisti oltre che di tutto il parterre, Fabio Fazio one to one è costretto in una dimensione stretta, alla Enzo Biagi, priva di qualsiasi spinta nell'intrattenimento e già deficitaria della cifra comica dell'infortunata Luciana Littizzetto. Un racconto televisivo distopico, che incrina gli equilibri su cui si poggia un certo tipo di spettacolo, impedendogli, di fatto, di esprimere il suo potenziale.
E se alle partite di calcio si può sopperire con la serialità salva ascolti, come quella di Don Matteo, ci sono altri programmi, dalla posizione strategica, più alla canna del gas. Sono quelli che si avvalgono del famoso quinto elemento dei preserali: i casting. Da I soliti ignoti ad Avanti un altro, il riferimento è ad appuntamenti fissi, quotidiani e quindi inderogabili, fatti e pensati a partire da una buona selezione dei concorrenti, destinati non solo a giocare ma anche a fare gioco. La problematica qui è duplice: non solo chi non può partecipare dalle zone rosse della mappa Coronavirus, bensì anche coloro che dalle altre regioni d'Italia non vogliono rischiare di raggiungere Roma, dove si registra al Teatro delle Vittorie, non lontano dalla sede Rai di via Teulada.
Le puntate attualmente ‘a deposito', registrate con largo anticipo in tempi non sospetti, hanno garantito ad Amadeus una dignitosa ripresa dopo Sanremo e la facoltà di riuscire a decidere il da farsi nelle prime battute di questa delicata fase. Il far fronte alle molte defezioni provenienti sia dal Nord Italia che dalle regioni del Sud sembra però non spaventare la dirigenza Rai, stando almeno alle parole del direttore di Rai1, Stefano Coletta, che si è detto sereno rispetto a un'emergenza concorrenti gestita in sole 24 ore. Diversamente varrebbe per Uomini e Donne, che a fine febbraio ha dato comunicazione di sospensione casting. E senza nuovi protagonisti, complicato sarà l'assetto dello show e la variazione delle sue dinamiche interne, fatte spesso di nuovi ingressi chiamati a scompaginare completamente gli equilibri delle relazioni preesistenti.
La7 invece non fa sconti. Il direttore di La7 Andrea Salerno ha comunicato a Fanpage.it che anche tutti i programmi realizzati su Roma, e non solo su Milano, andranno in onda senza pubblico. Da L'Aria che Tira e Tagadà, fino a Piazzapulita, Propaganda Live, Non è l'Arena e diMartedì, realizzati in studi esterni.
Immune a qualsiasi tipo di misure precauzionale resta solo il Grande Fratello Vip di Alfonso Signorini, che non è ancora mai andato in onda senza pubblico. L'ipotesi che anche il fortunato reality di Canale5 debba adeguarsi alle misure cautelative anti-Coronavirus non sembra apocalittica come le sopra citate, visto che il format prevede una stretta interazione con la realtà nella Casa, e non fuori, e la partecipazione del pubblico alimenta sì ma non stravolge il naturale svolgersi dei blocchi narrativi e l'incidenza degli opinionisti. Fermo restando che l'impossibilità di dopare i concorrenti con l'assenso o il dissenso del pubblico in studio renderebbe senza dubbio claudicante, a livello psicologico, l'effetto dirompente di molte reazioni.
Una tv schermata dall'interno, che dovrà capire come adattarsi all'assenza del suo capitale umano.