Per chi ancora non conoscesse il noto proverbio cinese il cui incipit recita “Quando torni a casa la sera picchia tua moglie. Tu non sai perché, ma lei lo sa benissimo”, dopo la puntata di lunedì 1 febbraio del Grande Fratello Vip, forse, sentirà parlare di questo antico detto orientale, dal momento che Alfonso Signorini ha deciso di farne una battuta di dubbio gusto scegliendo come oggetto dello “scherzo” Elisabetta Gregoraci.
Ma, andiamo per ordine, cosa è accaduto? Il conduttore ha rielaborato il suddetto motto, rivolgendolo alla showgirl calabrese e con tanto di dito puntato, le ha detto “Quando torni a casa picchia Elisabetta Gregoraci, tu non sai perché, ma lei sì”. Insomma, fin qui, poteva essere considerata davvero una battuta goliardica, decisamente uscita male, ma l’aggravante, secondo chi scrive, sta nella postilla aggiunta dal conduttore stesso: “Adesso si apriranno tutte le cataratte, la violenza sulle donne, non si può dire più niente, nemmeno un proverbio cinese” con tanto di movimento circolare della braccia come a voler dire “ci ha stufato tutta sta faccenda del politically correct”.
E qui, Signori(ni), casca l’asino. Che l’attenzione maniacale a pesare le parole, a circoscriverle, introdurle in un certo contesto facendo attenzione a che non offendano nessuno, sia diventata un’ansia sociale è innegabilmente vero. In un mondo in cui anche Grease viene accusato di essere sessista e Via col vento è stato preceduto da un disclaimer nel catalogo HBO perché tacciato di essere propulsore di stereotipi razzisti e, ancora, anche la Disney ha bannato alcuni storici cartoni animati, per i bambini al di sotto dei 7 anni, quasi ci sembra impossibile dirimerci tra ciò che politicamente giusto e corretto e ciò che non lo è. Però, a prescindere da questo, bisognerebbe avere un po’ di buon senso.
Si tratta pur sempre di una prima serata -piuttosto lunga, ma questi sono dettagli- si tratta pur sempre di uno show visto da una media di 3,5 milioni di spettatori a sera e, quindi, da principio andrebbe richiesto un decoro che, spesse volte, è venuto a mancare. Non si tratta della tv di Stato, ma questa non è una giustificazione. Se il Grande Fratello è stato definito, a ragione, e più di una volta come il ricettacolo del trash, insieme ad altri programmi in onda su quello stesso Canale, non significa che ci si possano permettere certe leggerezze. Come se non bastasse, poi, la quinta edizione del reality è stata segnata da diverse squalifiche, da Denis Dosio a Bettarini, da Fausto Leali a Filippo Nardi, che hanno avuto come motivazione quella che fosse necessario “utilizzare un linguaggio appropriato e che non offenda la sensibilità degli spettatori”.
Benissimo, e allora, se questo criterio vale per coloro che sono chiusi in una casa 24h, il cui unico passatempo è parlare e straparlare tra loro, che non hanno stimoli provenienti dall’esterno e finiscono per abbrutirsi, visto lo stress psicologico che comporta una situazione di questo genere (ricordiamo che il Grande Fratello nacque con intenti ben più interessanti e di carattere sociologico), perché mai non dovrebbe valere per il volto del reality che, per l’appunto, è il conduttore?
Si pecca di incoerenza, di una goliardia che sfocia nella malacreanza, perché citare un proverbio in cui si insinua il germe della violenza, per giunta nei confronti di una donna, non è certo un colpo da maestro. Se lo scorso anno Amadeus fu travolto da insulti di ogni tipo per il noto “passo indietro” di Francesca Sofia Novello, fidanzata di Valentino Rossi, capace di non approfittare della notorietà del compagno; allora cosa toccherebbe ad Alfonso Signorini? La gogna mediatica? Sappiamo che non ci sarà. Qui non si tratta solo di sessismo, razzismo, per cavalcare l’onda del tormentone di Fiorello dell'anno passato sul palco dell’Ariston, dove ogni avvenimento, ogni frase, viene categorizzata e inclusa nella casella del “questo non si dice perché”, si tratta di coerenza nei confronti del pubblico e anche nei confronti dell’immagine che di sé stessi si vuole mostrare. Si tratta di linearità, qualsiasi trasmissione dovrebbe essere lo specchio di chi la conduce.
Sappiamo che, forse, arriveranno delle scuse, verrà sottolineata la leggerezza del momento e tutto, come sempre, passerà in secondo piano. Servirebbe una grammatica della conduzione, un vademecum con tutti gli strafalcioni da evitare, un promemoria con il quale chi si appresta a condurre uno show così popolare sia cosciente del fatto che, sempre, il buon senso è l’unica strada giusta da perseguire.