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Raffaella Carrà critica The Voice: “Non c’è modo di far conoscere gli artisti”

A pochi giorni dal ritorno di The Voice of Italy, Raffaella Carrà evidenzia il gap tra il suo talent ed altri programmi più efficaci nel sostenere i talenti: “Perché nessun cantante di The Voice of Italy è tra i Campioni a Sanremo?”. Poi una critica a Suor Cristina: “Se le togliete l’abito da suora, resta solo una bella voce senza niente di più”.
A cura di Andrea Parrella
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Mancano solo nove giorni alla partenza di The Voice Of Italy, l'edizione del programma completamente rinnovata, almeno nei volti che la rappresentano. Sulle sedie rosse girevoli, quest'anno, tre volti nuovi del mondo della musica come Max Pezzali, Emis Killa e Dolcenera. A completare il quadro Raffaella Carrà (che con Dolcenera sembra già aver litigato), che torna a The Voice dopo due anni e il fallimento di Forte Forte Forte, il primo talent di Rai 1 che l'anno scorso ha ottentuo risultati d'ascolti molto deludenti. Il noto volto televisivo è chiaramente il riferimento principale di questa edizione, orfana degli storici Noemi, Piero Pelù e J-Ax. Dure erano state le parole di questi ultimi due, che avevano chiaramente fatto intendere come uno dei motivi principali del loro addio era l'impossibilità di far emergere un vero artista da questo format.

E Raffaella Carrà, in un'intervista rilasciata a Di Più tv ha in parte confermato questa impressione, che si era fatta strada anche tra i telespettatori del programma, peraltro. La Carrà si dice testarda: "sono tornata perché voglio tirare fuori un numero uno da questo programma, e non mi interessa che esca dalla mia squadra o da quelle degli altri giudici. L’importante è che The Voice of Italy abbia un numero uno. La sfida è questa". Il problema principale, secondo la conduttrice, è lo storytelling del programma, forse non supportato a sufficienza dalla rete, o comunque debole, che non permette di far conoscere i concorrenti in gara. Una formula che la Carrà ha chiesto più volte di cambiare, anche tramite incontri con i responsabili del programma, che non sono mai avvenuti: "Diciamo che in questo talent non c'è modo di fare conoscere i ragazzi fino in fondo, come capita in altri talent. Noi giudici ne scegliamo ventuno a testa: sono tanti. E, comunque, ne ho anche per i ragazzi in gara… Molti cantano in inglese e questo non va bene perché cantare in inglese non ti fa vendere album in Italia, in Europa o in America Latina, a meno che non sia un cantante inglese".

The Voice e Sanremo

"Perché, per esempio, nessun cantante di The Voice of Italy è tra i Campioni a Sanremo?", si chiede Raffaella Carrà, legittimamente. Il filo conduttore con il Festival, d'altronde, è diventato fondamentale perché un artista di talent possa raggiungere la vera fama, lo dimostra il percorso di Marco Mengoni, di Emma Marrone, così come quello di Francesca Michielin, che sembra aver avuto la giusta visibilità solo con il Festival di Sanremo 2016, ponte per l'accesso all'Eurovision Song Contest. Le responsabilità andrebbero attribuite principalmente alla Universal, la casa discografica che si occupa degli artisti che escono dal programma, per Raffaella "manca la programmazione del futuro vincitore".

La Carrà critica Suor Cristina

L'ultima frase di un'intervista forte e senza peli sulla lingua è quella riguardante il personaggio di Suor Cristina, fenomeno che due anni fa fu in grado di catalizzare l'attenzione mediatica su The Voice, per poi sgonfiarsi inesorabilmente nel corso del tempo: "Ha una bella voce, ma come ce ne sono tante, e infatti all'epoca del suo provino mi colpì in quanto suora. L’abito faceva tutto. Per dirla alla francese, non ha il ‘physique du ròle', o, per dirla all’italiana, i numeri giusti per fare la cantante: se le togliete l’abito da suora, resta solo una bella voce senza niente di più".

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