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Live - Non è la D'Urso 2020-2021

Quello che gli ascolti non dicono, cosa c’è dietro lo stop a “Live – non è la d’Urso” di domenica

Usciamo per un attimo dalla logica di vincitore e vinti, di flop e top, e proviamo a capire perché “Live – Non è la d’Urso” alla domenica non ha funzionato. Una dinamica che prescinde dal dato unidimensionale degli ascolti del lunedì mattina, ma va più a fondo e aiuta a capire le logiche dei palinsesti Mediaset e delle continue variazioni.
A cura di Andrea Parrella
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La notizia di queste ultime ore, la bocciatura di Live – Non è la d'Urso e il conseguente passaggio dalla domenica al lunedì, è di quelle che preannuncia un importante giro di valzer nella programmazione Mediaset dei prossimi mesi. Dal 28 ottobre, il talk show condotto da Barbara d'Urso passa al lunedì, lasciando la collocazione della domenica, in cui non è stato premiato dagli ascolti tv.

La micidiale concorrenza della domenica sera

Orfana di una storia che facesse da traino, come è stato nel finale della scorsa stagione il Prati-Caltagirone gate, la trasmissione di Canale 5 si è dovuta reinventare in un contesto, quello della domenica sera, contrassegnato da una concorrenza agguerrita: da Imma Tataranni Che Tempo Che Fa di Fabio Fazio sulle reti Rai, fino a La7 con Non è l'Arena di Massimo Giletti. Situazione nella quale era difficile andare oltre la bolla del pubblico di fedelissimi che segue i programmi della conduttrice.

Gli ascolti di Live non è la d'Urso, la voragine rispetto all'anno scorso

I numeri di Live – non è la d'Urso lo dicono chiaramente: dall'11,08 % di share della prima puntata del 15 settembre, al 13,3% della più recente, quella del 7 ottobre. Si parla di risultati lontanissimi da quelli dello scorso finale di stagione, quando il programma, proprio in virtù del caso Prati, viaggiava verso tutt'altri obiettivi, toccando addirittura il 19,4 % di share.

Eppure nelle scorse settimane non sono mancate le consuete esultanze di Barbara d'Urso per gli ascolti ottenuti, divenute un suo marchio di fabbrica e per una larga fetta di critici un raro esempio di cosmesi dei numeri. Qualcosa che ha a che fare proprio con le ragioni dello spostamento al lunedì del programma di Barbara d'Urso, perché gli ascolti ci arrivano in una forma molto elementare, come numeri statici utili a dimostrare una vittoria o il flop di un programma. Dietro, però, si nascondono i soldi, i ricavi che un dato programma garantisce a un'emittente in virtù della vendita di spazi pubblicitari. Che alla fine sono tutto ciò che conta.

La scelta di Mediaset, spiegata facilmente

E la verità su Live – Non è la d'Urso è semplice: il programma non garantiva a Mediaset i numeri adeguati rispetto alle aspettative della domenica sera. Il dato del giorno dopo è sempre il frutto di una media e quando leggiamo il 13,3% di share, ad esempio, dobbiamo pensare che si tratta appunto di una media di tutte le percentuali registrate dal programma in quella serata. Se torniamo al 7 ottobre e guardiamo le curve degli ascolti della serata, risulta che Canale 5 non supera mai il 14% prima delle 23.35, orario in cui termina la fiction di Rai1 Imma Tataranni, con il conseguente, vistoso calo della prima rete del Servizio Pubblico. Da quel momento in poi il dato di share di "Live" si impenna fino a sfiorare addirittura il 25% di share alle 00.55, quando ormai la platea televisiva è risicata e il dato ha una rilevanza inferiore. Ma influisce comunque sulla media di cui sopra e quindi alza sensibilmente il risultato che giungerà a noi comuni mortali il mattino successivo.

I problemi del talk della D'Urso in prima time

Si tratta di una logica adottata da Canale 5 per tutte le produzioni di prima serata, che non a caso terminano a notte fonda (lo avevamo già spiegato rispetto alla chiusura notturna de L'Isola dei Famosi). Appare chiaro, quindi, che la ragione per la quale il talk show di Barbara d'Urso si sposta dalla domenica è che in quella serata non è capace di attrarre pubblico sufficiente in quella fascia oraria in cui la vendita degli spazi pubblicitari è più redditizia, ovvero il prime time. Limitarsi a dire che gli ascolti sono bassi è riduttivo, perché è un ragionamento assoluto, quando gli ascolti TV sono un terreno nel quale domina il relativismo.

Le ragioni del fallimento di Live alla domenica possono essere molteplici e le responsabilità non vanno attribuite interamente a presunti difetti del programma della D'Urso. Molto peso può avere il traino del programma in access prime time e la differenza tra Striscia La Notizia, che non va in onda alla domenica, e Paperissima, è notevole. Ed è altrettanto chiaro che la concorrenza diretta di talk come quello di Giletti, che nella prima puntata ha soffiato proprio il tema Caltagirone alla D'urso, può aver penalizzato ulteriormente il programma. Le colpe eventuali di Live – Non è la d'Urso le scopriremo dopo il passaggio del programma al lunedì, con una concorrenza meno aggressiva e variegata e il traino di Striscia la Notizia di Antonio Ricci. Solo allora potremo davvero dire se quello della D'Urso è da considerarsi in tutto e per tutto un flop.

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