Lulù Selassié messa alle corde da Manuel Bortuzzo per la sua petulanza emotiva. Il vaso è colmo, il ragazzo arranca e si mette a distanza di sicurezza, chiedendole spazio. La giovane avanza, non vuole perdere terreno e, nell'ansia di perderlo, aggrava la situazione con smania di possesso e gelosie immotivate. Ne è inconsapevole, però, e rifiuta l'idea di essere un peso per lui, nonostante l'ex nuotatore sfrecci nel suo percorso in carrozzina, cercando in tutti i modi di seminarla.
Lulù sui social passa per una ‘sottona', che in gergo relazionale si traduce nell'essere schiave d'amore, intrappolate in una sudditanza sentimentale che è imparentata con una forma di masochismo. La verità è che vederla solo come un'insolita geisha etiope scioglierebbe subito il nodo ma non contemplerebbe il mix esplosivo di problemi con i quali Lulù sarebbe entrata a piè pari dalla porta rossa.
Violenze fisiche e psicologiche, dipendenze affettive, bullismo, revenge porn ("l'hanno ricattata con delle foto nuda", ndr) e disturbi alimentari, questo il quadro dipinto da Clarissa, che ha tenuto a precisare quanto la sorella minore necessiti di un aiuto psicologico anche nella Casa: "Lei ogni piccolo problema lo butta sugli altri. Sicuramente deve andare dalla psicologa. Fuori da qua lei già la sente, già ce l'ha. Il fatto che qui dentro non ci parli tutti i giorni per lei è grave perché ne ha bisogno. In confessionale le dicono: "Oggi non c'è'", però poi ne risente la persona, la sua salute mentale…".
Se volessimo dare per oro colato tutte le informazioni messe sul tavolo, ci troveremmo di fronte una ragazza di 23 anni entrata con un bagaglio ingombrante, impossibile da tenere rinchiuso dentro una stiva mentre lei, animale da reality suo malgrado, conclude il suo viaggio. Una bambolina rifatta, viziata ed insicura, armata dall'immotivata ostinazione di rimanere incollata a un uomo che le ha fatto ampiamente capire di non essere interessato all'articolo. Questo è il fatto, un gossip televisivo ben confezionato e mal gestito, alla luce dei gravi disturbi con i quali Lulù pare debba fare i conti ogni giorno.
La casa del Grande Fratello continua a proporsi come luogo ideale per rielaborare lutti (vedi Dayane Mello nella scorsa edizione) o fare psicoterapia tra una diretta e l'altra, quando dovrebbe essere tutt'altro. Un gioco è un gioco, questo di Lulù sembra l'ennesimo volto al massacro in una semplificazione dannosa soprattutto per chi crede di avere la verità in mano.