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Live - Non è la D'Urso 2020-2021

Gabriel Garko: “Fumo una canna ogni tanto. Non è che adesso mi arrestano?”

Gabriel Garko è stato ospite del programma ‘Live – Non è la D’Urso’. L’attore ha presentato il suo libro ‘Andata e ritorno’ e ha raccontato alcuni aneddoti presenti tra quelle pagine. Ha parlato di episodi dolorosi come l’esplosione della villetta nella quale alloggiava durante l’esperienza al Festival di Sanremo e vicende più esilaranti come un bizzarro soggiorno a Londra.
A cura di Daniela Seclì
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Gabriel Garko, ospite di ‘Live – Non è la D’Urso’, ha presentato il libro ‘Andata e ritorno’. L’attore, che nel corso dell’intervista ha anche baciato Barbara D’Urso, ha dimostrato estrema correttezza spiegando di non aver scritto il libro da solo: “Voglio fare una premessa, io ho avuto accanto a me un coach. Non voglio assolutamente passare per quello che si è svegliato una mattina e ha scritto un libro. È un lavoro che ha dei passaggi che vanno conosciuti. È stato un mondo affascinante, penso che rifarò l’esperienza perché mi è piaciuta tanto, però non voglio passare per quello che ha scritto un libro dall’oggi al domani”.

L’incubo dell’esplosione a Sanremo

Gabriel Garko ha parlato dell’esperienza sul palco del Festival di Sanremo 2016. Molti ricorderanno che la villetta in cui l’attore alloggiava, esplose per via di una fuga di gas. La proprietaria della casa è morta, lui rimase ferito. Garko non parla volentieri di quella vicenda e ha pregato Barbara D’Urso di non leggere lo stralcio del libro dedicato all’accaduto perché sarebbe troppo doloroso per lui: “C’è stato questo maledetto incidente che mi ha cambiato la vita. Io non ho mai amato parlarne. Tu lo sai, non sono voluto venire in trasmissione mai. Odio passare per quello che marcia su una disgrazia e che va in televisione a parlarne. A distanza di anni, ne ho parlato nel libro. Ci sono molti pezzi del libro che ho scritto insieme al mio ghostwriter e non riesco più a rileggere. Ti prego non leggere quel pezzo. Quindi ha raccontato quanto è accaduto:

“Sono andato a dormire, ho puntato la sveglia alle 08:03 del mattino, perché prima avevo il vizio di puntarla sempre a orari strani. Ora non lo faccio più. Nel momento dell’esplosione pensavo fosse un incubo. Sentivo un urlo lontano, vedevo della luce, sentivo molto caldo. Quando all’improvviso la sveglia è suonata, mi sono accorto che ero già sveglio. Che non era un incubo. Sono riuscito ad uscire da sotto le macerie, sono andato fuori. La prima persona che ho visto era Valentina, la mia assistente. Io urlavo verso di lei, lei urlava verso di me ma entrambi non ci sentivamo. Il botto è stato così forte che per parecchio tempo non ho sentito nulla. Poi mi è venuto in mente che c’era la signora. La signora è mancata, ci sono i parenti e non mi piace raccontare nei dettagli quello che ho vissuto. Ho fatto di tutto per salvarla”.

L’aneddoto sulle canne a Londra

Infine, Gabriel Garko ha parlato di uno dei tanti aneddoti inclusi nel libro. Un soggiorno a Londra si trasformò in un’esperienza decisamente bizzarra, dopo aver fumato cinque canne: “Ho conosciuto delle persone e sono andato a casa loro a Londra, mi sono fatto più di una canna. Alla quinta ho iniziato a stare male tanto che sono collassato. Ero andato in paranoia, pensavo mi buttassero nel Tamigi. Canne ne fumo una ogni tanto, se capita". Quindi ha concluso con una battuta: "Non è che dopo mi arrestano?" ed è scoppiato a ridere.

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