Dayane Mello ha scelto di restare. Rimarrà al Grande Fratello Vip fino alla fine del reality, prevista agli inizi di marzo, poco prima che parta Sanremo 2021. Vuole stringersi nell’abbraccio dei suoi compagni d’avventura e non affrontare la solitudine che l’aspetta fuori, avendo l’intera famiglia in Brasile, terra natia che in tempi brevi non può accoglierla per via del Covid. Potrebbe uscire, sì, affrontare un lungo viaggio, tamponarsi, mettersi in quarantena e ricongiungersi con il padre e il fratello Juliano che la stanno aspettando a Lontras, nello stato di Santa Catarina, ma non se la sente. Potrebbe tornare a Milano per rinchiudersi in un appartamento con sua figlia Sofia, un filo diretto in videochat per accorciare le distanze e un album di foto per fingere che non sia accaduto niente, ma non vuole fare nemmeno questo.
Ciò che le è venuto spontaneo fare è restare con la sua ‘seconda famiglia', che condivide con lei 1650 mq in quel di Cinecittà dallo scorso settembre. Ha accettato di essere ripresa nella sua intimità più profonda, quella del distacco da un fratello di 26 anni che poche ore prima di morire le ha scritto ‘mi manchi’ su Instagram postando una loro foto. Ha dato il via a qualcosa di epocale nella storia dei reality: l'elaborazione di un lutto in diretta, h24, da seguire comodamente in streaming o su canale 55. E anche la veglia funebre ha trovato spazio su uno schermo, quello del cellulare che le hanno consegnato in confessionale per consentirle di dare l’ultimo saluto a Lucas.
Può risultare agghiacciante, e forse in parte lo è, ma darle della persona arida e opportunista, incapace di rinunciare a questo GF per suo tornaconto, non di certo perché realmente impossibilitata a partire, è una potenziale e pericolosa deminutio. Titolati professoroni di etica all'università della vita salgono in cattedra a stabilire il confine tra giusto e sbagliato, illudendosi di possedere la verità a piene mani. E se anche le cose stessero così, che la fascia del vincitore possa averla accecata a tal punto da spingerla a rimandare un ricongiungimento affettivo e mettere in stand by un breakdown emotivo, resterebbe materia troppo personale vista anche la sua delicata storia familiare.
Nei principi base di psicologia associata alla rielaborazione di un lutto, l’unico a non essere mai menzionato è il giudizio. Sentirsi in diritto di giudicare o, per di più, criticare è oggi diventato uno sport nazionale, che non trova fondamento nella necessità di voler pilotare la vita di qualcun altro. Possiamo esprimerci riguardo tutto ma arrogarci il diritto di stabilire un perimetro per cosa è giusto o meno risulta alquanto pretenzioso. Che fosse uscita o rimasta sarebbe cambiato poco, non è Dayane il problema. Il punto probabilmente è chiedersi che senso ha continuare un reality che ha al suo interno una vita devastata da un lutto così violento e improvviso, pensando di fare addirittura del bene con questo straziante storytelling travestito da psicoterapia collettiva. Il Grande Fratello sta preservando i suoi fili dall’ennesima recisione, difendendo a spada tratta il suo ruolo di burattinaio come il Christof di un inquietante Truman Show.
Dayane Mello sceglie di rimanere al Grande Fratello Vip e di concludere la sua esperienza nel reality nonostante la morte del fratello Lucas. Una scelta aspramente criticata da chi la descrive talmente arrivista e ambiziosa da essere riuscita a subordinare persino un dolore simile. In realtà, restituirle questo coacervo di giudizi tossici non renderà qualcuno migliore, nemmeno se si fosse riusciti a compiere l'ardua impresa di farle attraversare la porta rossa per consentirle una rapida riabilitazione con conseguente sedazione dei moralizzatori.