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Alfonso Signorini come Pio e Amedeo, chi valuterà le intenzioni del politicamente corretto?

Il conduttore del reality show ha annunciato un cambio di rotta radicale sulla censura, usando una frase con cui mesi fa Pio e Amedeo avevano spaccato l’opinione pubblica: “Non conterà la parola, ma l’intenzione”. Chi è che valuterà la bontà di un “fro**o” o l’intenzione benevola di un “ne*ro”?
A cura di Andrea Parrella
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Tra le novità più interessanti del Grande Fratello Vip c'è la nuova policy sulla censura e le parole vietate. Negli ultimi anni il reality si era trasformato in una vera e propria corsa a ostacoli, con casi di bestemmie una settimana sì e l'altra pure, frasi omofobe vere o presunte anche solo sussurrate e un generale clima di terrore per eventuali frasi scomposte e vocaboli indigesti al rigido regolamento del GF Vip. Un regolamento pongo, per la verità, ondivago e metereopatico, altamente sensibile agli umori manifestati sui social network rispetto a cosa fosse accettabile oppure no.

Un problema per la produzione, senza ombra di dubbio, in un momento storico nel quale il linguaggio tende a modificarsi uniformemente al modo di pensare e ciò che era tutto sommato passabile solo qualche anno fa, oggi non lo è più. Ed ecco che in un'intervista rilasciata al settimanale Tv Sorrisi e Canzoni il conduttore Alfonso Signorini ha dato notizia di un cambio di rotta e una maggiore propensione all'elasticità di giudizio. "Mi è piaciuto poco il fatto di essere censori di certi comportamenti, mi è sembrato anacronistico – ha detto Signorini – Ora ogni caso sarà valutato secondo il principio che non è la parola che offende, ma l’intenzione".

Una frase che fa in un certo senso sorridere se si pensa al polverone di polemiche sollevato quando a pronunciarla erano stati, solo pochi mesi fa, Pio e Amedeo. I due comici, in un monologo estremamente criticato del loro show "Felicissima Sera" avevano spaccato in due l'opinione pubblica partendo da parole oggi stigmatizzate nel sentire comune, offensive nei confronti di certe persone, sostenendo appunto che a contare non fosse la parola in sé, ma appunto l'intenzione con cui venga pronunciata.

Mettendo per un attimo da parte l'ipocrisia con cui si ritiene imprescindibile la squalifica per eventuale bestemmia, come lo stesso Signorini ha precisato dimenticando che la stessa imprecazione potrebbe essere suscettibile al contesto in cui viene pronunciata, sorge spontaneo chiedersi: secondo quali parametri si giudicherà l'intenzione delle frasi al limite pronunciate nella casa del Grande Fratello Vip? In che modo la produzione garantirà la bonarietà di un "fro**o" o un "ne*ro" detto solo per goliardia e uno pronunciato con intenzione malevola?

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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