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Pio e Amedeo: “Vi chiamano neg*i? Voi ridetegli in faccia e disarmateli”

La promessa di un monologo su tutte le parole proibite, dalla n-word fino agli stereotipi su ebrei e omosessuali, è stata mantenuta. Pio e Amedeo costruiscono una gag in cui il primo ammonisce il secondo che intanto si lascia andare: “Se vi chiamano neg*o, ricchio*e, voi ridetegli in faccia”.
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Lo hanno detto e lo hanno fatto. Pio e Amedeo tirano in ballo la n-word per l'ultima puntata di "Felicissima Sera": "Non dobbiamo vergognarci di dire la parola ‘neg*o' perché conta la cattiveria nella parola, conta l'intenzione. Se l'intenzione è cattiva, allora è da condannare. Il politically correct ha rutt'o cazz". Il siparietto è il tipico della coppia con Amedeo che si intesta la responsabilità di dire quello che pensa sulle parole "proibite" e Pio che cerca invece di stemperare: "Non ti andare a inserire in questo discorso, ci tolgono il programma". Ma Amedeo non ci sta: "Ci vogliono far credere che la civiltà sta nelle parole, ma è tutto qua nella testa. Fino quando non ci cureremo dall’ignoranza di quelli che dicono con fare dispregiativo, che è quello il problema, ci resta un unica soluzione: l'autoironia".

Il monologo di Amedeo

Lo sketch tira in ballo tutti gli stereotipi, dalla N-word ai tormentoni sugli ebrei ("Sono avari, sono tirchi") fino alla parola "ricchione": "Nemmeno ricchione si può dire più, ma è sempre l'intenzione il problema. Così noi dobbiamo combattere l'ignorante e lo stolto. Se vi chiamano ricchioni, voi ridetegli in faccia perché la cattiveria non risiede nella lingua e nel mondo ma nel cervello: è l'intenzione. L'ignorante si ciba del vostro risentimento". Non lasciano stare nemmeno il Gay Pride: "Ma non serve più il Gay Pride, ma mi avete mai visto a me con il cartello per strada a gridare ‘evviva la figa'? Il Gay Pride non serve più. La cosa che i Gay so' sensibili non la sopporto. Ma perché noi etero facciamo schifo?". E su Alessandro Cecchi Paone: "È un pez.. di mer.., altro che sensibile". E su Hitler: "Si dice fosse gay. E lui mica era sensibile". 

Il monologo di Pio

La risoluzione finale dello sketch è nella reazione di Pio, che gli spiega come stanno le cose nel nostro Paese: "Amedeo ma hai capito che noi qua stiamo in Italia? Tu ti devi fare i cazzi tuoi. Hai detto delle parole e dei concetti che possono essere fraintesi. Perché l'hai fatto? Non ti devi mai esporre e lo sai perché? Perché siamo in Italia. La gente ci vede in un determinato modo, non dire una cosa che possa essere fraintesa. Fatti i cazzi tuoi. Ti ricordi tutti i sacrifici che abbiamo fatto? Domani qualcuno ci critica e noi siamo spariti nel vuoto. Pensa a Gerry Scotti. Tu hai mai sentito dire qualcosa fuori posto a Gerry Scotti? E allora tu ti devi fare i cazzi tuoi. Perciò chiedi scusa". 

La chiosa è tutta per Amedeo che dà ragione a Pio e inizia a rimodulare le frasi dette in precedenza: "Gli ebrei sono spendaccioni. Alessandro Cecchi Paone è una brava persona e dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna. Hai ragione, siamo in Italia, lasciamo perdere".

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