Alfonso Signorini: “Alda D’Eusanio una scheggia impazzita, mi dispiace per Laura Pausini”
Alfonso Signorini racconta in un’intervista a Repubblica il processo che ha portato alla squalifica immediata dal Grande Fratello Vip di Alda D’Eusanio, concorrente espulsa dalla Casa per le frasi su Laura Pausini e il compagno Paolo Carta. Un momento di gioco imprevedibile che, per la prima volta nella storia del reality, ha costretto un concorrente a lasciare immediatamente la Casa. Prende le distanze il conduttore che si dissocia dalle parole della concorrente: “Quando ho sentito Alda mi sono agghiacciato, ho capito che era una scheggia impazzita e ho voluto l'espulsione immediata. Mi è dispiaciuto. Le scuse alla Pausini? Se l'avesse detto nel mio serale sarei stato responsabile, deve chiedere scusa la D'Eusanio. Ma mi dispiace per Laura e la chiamerò”. Quella firmata da Alda non è l’unica pagina del reality che non lo ha convinto. Nemmeno le parole rivolte da Antonella Elia a Samantha De Grenet o la battuta sessista di Mario Balotelli ai danni di Dayane Mello gli hanno fatto piacere:
Orrende. Ci mancherebbe, dico la verità, l'unica cosa di cui mi pento è non aver sentito la battuta di Mario Balotelli, ho rimproverato i miei. La Elia ha sbagliato e mi sono vergognato di non aver interrotto quella pagina. Ho sbagliato.
“GF simbolo della generalista che resiste, ma non parteciperei al reality”
Signorini ha acquisito da due anni la conduzione del GF Vip ma è già riuscito a imprimere al programma il suo marchio caratteristico. La lunghissima edizione in corso, complice anche un cast particolarmente efficace, ha ottenuto ottimi risultati di ascolto e milioni di spettatori. Un risultato che ha colpito lo stesso padrone di casa: “Mi stupisce che la classica tv generalista, intesa come strumento di compagnia relegata agli anni 80, continui a vivere e a lottare insieme a noi. Complice il raddoppiamento della prima serata e la durata, GF si è più ‘soapizzato’: i risultati dimostrano che regge ancora e interessa il pubblico, elemento su cui bisogna riflettere. Il concorrente non è più concorrente. Io ho ricevuto 350 mail di lettori che mi chiedevano di fare le condoglianze a Dayane Mello, anche persone con una loro struttura. Stiamo assistendo a un processo di identificazione strano, insolito; gli inquilini del GF diventano vicini di casa, abitanti di un condominio”. Ma nonostante tutto, al reality non parteciperebbe mai da concorrente:
No mai. Non perché sia snob, non ho un pregiudizio nei confronti di questi programmi, ma mi mancherebbero i miei riti quotidiani a cui non sono più disposto a rinunciare. Non è che siano chissà che cosa: il pianoforte, il mio gatto, la mia casa, i miei incontri notturni quando ci sono. Sono stato fidanzato 14 anni con Paolo, ognuno ha deciso di fare la sua vita, ma ci amiamo più di prima. Sulla carta tutto più facile, in realtà molto più difficile. […]Ho capito che fare la televisione non è una passeggiata. Da opinionista certi concorrenti li avrei strapazzati, entri in una logica con cui devi fare i conti. Non guardo la tv, il poco tempo libero che ho lo spendo in modo diverso. Gianni Boncompagni diceva: ‘La televisione è già un delitto farla, figurati guardarla'. Dopo che ho conosciuto la fatica di farla, sono più rispettoso.
La cifra ironica di Signorini: “Perché tratto Elisabetta Gregoraci come Grace Kelly”
È un atteggiamento scanzonato quello che Signorini spera di trasferire a Casa, nulla di troppo riverente nei confronti dei concorrenti portati nella Casa. Menzione speciale per Elisabetta Gregoraci, il personaggio più illustre e rappresentativo di questa edizione, per la prima volta nei panni di concorrente. “Come stravip, c'è una forte carica di ironia, in vipponi c'è l'assonanza con pipponi. Come quando dico a Elisabetta Gregoraci che è chic e la tratto come Grace Kelly al Ballo della rosa. Poi se ci crede è un problema suo”, sorride il conduttore che si definisce un cinico che ha affinato la capacità di sfruttare occasioni che, nella vita reale, avrebbe colto diversamente:
Cinico? Ovvio. Chi fa televisione non lo è? Poi non sei solo cinico, saresti una macchina da guerra. C'è un processo stranissimo di identificazione: io mi commuovo veramente, mi identifico nel dolore di Maria Teresa Ruta. L'affaire Zenga: se mi prendi come Alfonso, che sia figlio o padre, non aspetto il GF per farmi vivo con mio figlio. Ma quando Walter decide di avere il confronto, lì si illuminano gli occhi del cinico. Allora al posto degli occhi ho le slot machine.