Tu sì que vales, Gabriele Andriulli commuove Belén e Scotti: “Non sono un eroe, ho fallito anche io”
La finale di Tu sì que vales 2019, trasmessa sabato 14 dicembre, ha permesso agli spettatori di rivedere all'opera Gabriele Andriulli, culturista finito sulla sedia a rotelle quando aveva 31 anni, a seguito di un incidente avuto il 20 dicembre del 2011 mentre si recava a lavoro. Un breve video ha ripercorso la sua storia fino alla diagnosi di paraplegia per lesioni midollari. Sentire il calvario da lui vissuto e il coraggio con cui lo ha affrontato, ha fatto commuovere fino alle lacrime sia Gerry Scotti che Belén Rodriguez.
L'emozione della giuria di Tu sì que vales 2019
Dopo l'esibizione nella quale Gabriele Andriulli ha proposto figure appartenenti al culturismo, Gerry Scotti ha confessato la sua commozione: "Mi sono emozionato anche stavolta". Maria De Filippi ha ironizzato su quanto Rudy Zerbi appaia diverso dal concorrente, ma Andriulli ha assicurato che con una severa disciplina il cinquantenne potrebbe vedere dei miglioramenti già in sei mesi. Belén Rodriguez ha punzecchiato Zerbi: "Ma tanto tu la disciplina non ce l'hai". Poi ha detto la sua anche Teo Mammucari:
"Io penso che il muscolo più grande sia il cervello. Per me sei una lezione di vita. Io vedo davanti a me un uomo con due pa**e così. Sei un esempio per tutti. Tanti nelle tue condizioni sono a casa a soffrire, tu vieni qui a farci divertire".
Gabriele Andriulli non si ritiene un eroe
Maria De Filippi ha rimarcato come Gabriele Andriulli possa fare affidamento anche su un altro muscolo, il cuore. Il concorrente ha preso la parola per chiarire di non ritenersi un eroe. Anche lui ha attraversato momenti molto difficili, in cui stava per arrendersi:
"In tanti mi hanno scritto ‘Sei un eroe', ma io sono una persona normale. Vorrei farvi vedere quante volte ho fallito, sono caduto, sono arrivato sul punto di dire la smetto perché tanto non ci arrivo. Però, poi, c'è quella forza che abbiamo tutti e che dobbiamo avere il coraggio di tirare fuori. Io sono tremendamente imperfetto".