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Festival di Sanremo 2019

Tra il Festival di Sanremo e Claudio Baglioni finisce qua, pressioni politiche sul conduttore

Da tempo, tra Teresa De Santis e Claudio Baglioni, si gioca al gioco dei grandi complimenti, ma la sensazione che il gruppo di lavoro viva un clima da separati in casa al Festival di Sanremo è ogni giorno più forte. Una sensazione che si traduce anche sul palco, come se il trio non si sentisse tranquillo e tutelato, come se si sentisse costantemente sotto esame. “Non capisco quando sei lì in prima fila per guardarci e controllarci. Però c’è fiducia”, dice Baglioni alla De Santis in conferenza stampa.
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Non c'è fiducia tra la direzione generale di Rai1 e la direzione artistica del Festival di Sanremo. A dispetto delle belle dichiarazioni, la tensione sui volti di Teresa De Santis, direttrice Rai1, e Claudio Baglioni si tocca con mano. Battutine e frecciate ben camuffate, il dirottatore artistico, questo è chiaro, pare interfacciarsi con una dirigenza ostile e con la mania del controllo: "Non capisco quando sei lì in prima fila per guardarci e controllarci. Però c'è fiducia". Così dice a Teresa De Santis, che resta vaga e rilassata in ogni sua dichiarazione. Ma quando in conferenza, Luca Dondoni chiede chiaramente perché non affidare ancora una volta a Claudio Baglioni il Festival, la De Santis prosegue sulla linea corale: "Ma chi vi dice che per corale io non includa anche Claudio Baglioni?". 

Ho parlato di conduzione corale, questo non esclude che possa essere anche Claudio Baglioni ad occuparsi di questa coralità, ma è un lavoro che va fatto su un progetto che è il 70esimo Festival di Sanremo. Io ritengo che sia un po' prematuro parlare di qualunque cosa. Ribadisco: nulla esclude che non ci possa essere Claudio nel progetto e questo non vuol dire che ci possa essere. Dateci il tempo di finire questo Festival, e così rifletteremo.

La replica di Claudio Baglioni

La replica di Claudio Baglioni è immediata. Si autonomina "aggressore artistico" per il futuro, ma fa capire che non c'è mai stato grande feeling con Teresa De Santis. Le rose che le porta in sala stampa sono sempre di più e più grandi, ma sono inversamente proporzionale con il grado d'intesa.

Il fatto di essere l'aggressore artistico di questo Festival mi piacerebbe. È un impegno grande, perché bisogna sempre dimostrare di poter fare di più e diversamente. Fabio Fazio mi diceva: "Mandate in replica quello dell'anno scorso che era perfetto". Sì, magari un po' di voglia ci potrebbe essere, ma bisogna terminare prima un tratto di strada e poi ripartire. Vorrei, dopo 50 anni, chiudere un po' il mio lavoro e mi farebbe piacere potermi dedicare alle cose che mi riguardano e farmi un po' meno nemici. Fare ancora una volta il direttore artistico significa avere addosso 400-500 macumbe di altri artisti che non arrivano all'Ariston.

Sul rapporto tra la Rai e Claudio Bisio

Un aspetto che viene fuori, quello della mancata amalgama e fiducia tra la Rai e la squadra di conduttori, quando Teresa De Santis si ritrova a rispondere a domande sulla possibile preoccupazione della Rai per i monologhi di Claudio Bisio. Ancora una volta la De Santis tenta la strada della mediazione e della calma, ma successivamente Claudio Bisio svela che c'è stata preoccupazione sul suo pezzo con Michelle Hunziker, "La Lega dell'amore", brano di Elio e Le Storie Tese scritto da Rocco Tanica e che, ad essere fondamentale, è stato l'intervento del vicedirettore Claudio Fasulo.

Come direttore ho responsabilità sul piano giuridico, quindi ho il dovere di verificare delle cose perché l'azienda non debba avere nocumento in alcun modo. Ma le aziende si basano anche sulla fiducia, credo si possa confermare che io non abbia mai chiesto di verificare i testi di nessuno, ho solo chiesto di verificare le scalette perché non sarei intervenuta in alcun modo se non su consigli che mi fossero stati richiesti. Mi è stato richiesto un consiglio e una valutazione solo su una cosa, ma tutto è rientrato proprio come mi è stata prospettata.

La risposta di Claudio Bisio tradisce eccome che ci sia stata preoccupazione sul suo monologo. Solo l'intervento di Claudio Fasulo, vice-direttore con un passato da autore televisivo, avrebbe mitigato le preoccupazioni "da Roma".

Quando ho comunicato che volevo fare La Lega dell'Amore, c'è stato un dubbio e qualcuno da Roma ha avuto da ridire. Claudio Fasulo ha fatto da interfaccia ed ha risolto. La domanda era: è opportuno fare qualcosa così o no, dato che c'erano le elezioni in Abruzzo? Ma ci siamo capiti. Se ci fossero stati problemi, io avrei fatto un passo indietro ma conoscevo la canzone, una canzone scritta da Rocco Tanica nel 1993 e cantata da Elio e Le Storie Tese per uno spettacolo teatrale mio che si chiamava "Le nuove mirabolanti avventure di Walter Ego".

Il trio di conduttori soffre la pressione sovranista

Da tempo si gioca al gioco dei grandi complimenti, ma la sensazione che il gruppo di lavoro sia in un clima da separati in casa è ogni giorno più forte. Questa sensazione si traduce, del resto, anche sul palco. È come se il trio non si sentisse tranquillo e tutelato, come se si sentisse costantemente sotto esame. Un anno fa, la Rai a trazione sovranista non aveva ancora fatto capolino nelle stanze dell'Ariston. Quest'anno, invece, ci sono dentro con tutti e due i piedi. E qualcosa è cambiato.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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