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Festival di Sanremo 2020

Sanremo 2020 prima serata, ‘me ne frego’ e buona la prossima

Una prima serata del Festival di Sanremo piuttosto forzata su temi e umori, un entusiasmo che fatica a scendere dal palco e una scaletta dai toni prevedibili. La retorica declinata in vari modi intorno la violenza sulle donne, seppur sorretta dai validissimi nomi di Rula Jebreal e Jessica Notaro, della famiglia allargata che resiste alle separazioni con Al Bano e Romina e della bellezza che capita in pieno stile Leotta. Una bellezza che può farti inciampare com’è successo ad Amadeus. E alla fine vince Achille Lauro, che se ne frega, contagiando tutti.
A cura di Eleonora D'Amore
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È prassi che la prima serata di qualsiasi Festival di Sanremo faccia fatica a decollare, che sia fagocitata dalle lamentele e da inevitabili paragoni con le edizioni passate. Reggono il mood tendente alla critica, le scelte musicali e quelle legate allo spettacolo, in fatto di temi e performance. Questo Sanremo 2020 alle prime battute non ci è riuscito per niente, non ha fatto abbastanza rumore da coprire il brusio delle lamentele di un pubblico piuttosto annoiato da una scaletta dai toni prevedibili.

Dopo le polemiche sui passi indietro e sulla presenza inopportuna del sessismo sul palco dell’Ariston, a causa dei testi della discografica del big in gara Junior Cally, chi non si sarebbe aspettato una Diletta Leotta ‘bella, bellissima, sensuale ed elegante’, col coltello tra i denti per dimostrare che oltre il corpo c’è di più, che la bellezza capita ma il resto è pura costruzione. E che questa costruzione interiore fosse merito di sua nonna Elena, 85 anni, presente nel pubblico a sostenerla. Roba da abbonati in prima fila.

Tutto d’un fiato, abbiamo l’omaggio alle famiglie allargate che resistono nel tempo con la premiata ditta Al Bano e Romina, innamorati persi della Siae, pronti a lanciare il nuovo singolo Raccogli L'attimo by Malgioglio, presentati dalla figlia Romina Jr, la quarta dei sei figli del cantante di Cellino San Marco. E non c’è alcuna intenzione di cantare Nostalgia Canaglia ma la canti, stringendo i denti, sperando vada meglio, tipo che, nella migliore delle ipotesi, torni Fiorello sul palco.

E invece no, si continua con l’ennesima versione di Almeno tu nell’universo, ché ci si ostina a pensare che a Mia Martini faccia così tanto piacere da sentire l'esigenza di riproporla più volte l'anno, nelle più disparate occasioni e sempre ‘nel ricordo di'. Semmai si aspetterebbe un omaggio anche a Bruno Lauzi, un pezzo di storia che non si declini solo a must da teche Rai, ma c’è Tiziano Ferro a cantarla e la commozione arriva nel picco di pathos, quando quasi quasi ci si abituava all’idea. Almeno fino al momento in cui si è appreso che Mia Martini gli è apparsa in sonno per rivendicare l’appartenenza della canzone. Gelo.

Confermati Gli anni più belli, cancellato il messaggio di Roger Waters non si sa perché, c’è Emma con la sua Stupida Allegria e si chiude con la presenza di Gessica Notaro, che però canta e accenna alla sua storia, riducendo in parte il suo contributo a una lodevole puntata da Doppia Difesa, contro la violenza sulle donne. Va da sé che la prima serata è stata un po’ lo specchio di ciò che aveva preannunciato essere in base a ospiti e scelte autoriali, una velocità da crociera con il mare a vista. A parte il toccante monologo di Rula Jebreal, che ha zittito tutte le polemiche sulla sua partecipazione, e Achille Lauro, questo moderno San Francesco nudo e scalzo, che se ne frega, contagiando tutti.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, lavora a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Caposervizio dell'area spettacolo.
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