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Opinioni

No, Gene Gnocchi non ha detto che Claretta Petacci è un maiale

L’odiato della settimana è Gene Gnocchi, colpevole di aver ironizzato su Giorgia Meloni pronunciando una battuta sopra le righe scambiata per un’offesa ad una persona morta. Battuta che può non piacere, ma che non è stata capita, o che qualcuno aveva interesse a non capire.
A cura di Andrea Parrella
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Una battuta deve sorprendere, deve farci sobbalzare, a volte può anche amareggiarci (perché una battuta non serve solo a far ridere), riportarci coi piedi per terra, fare luce sulle cose che non sono chiare a occhio nudo e sì, per una battuta è anche lecito incazzarsi. Purché la battuta si capisca. Ecco, quello di Gene Gnocchi e della sua battuta contenente il riferimento a Claretta Petacci è il classico caso in cui una battuta non è stata capita, o a qualcuno è interessato fare finta di non capirla.

Una battuta strumentalizzata

Confondere quella pronunciata dal comico a diMartedì come una freddura su un morto, anziché una battuta, forse non proprio esaltante, su un personaggio politico candidato alle prossime elezioni, significa scambiare il dito che indica la Luna per la Luna stessa, come dice il celebre adagio. La maniera in cui si stanno strumentalizzando le parole del comico è a dir poco risibile e, a quanto pare, tutt'altro che disinteressata. Non si vuole difendere Gene Gnocchi, ma pensare che il senso della sua frase fosse che Claretta Petracci è un maiale è assurdo, per una semplice ragione: sarebbe stata una frase senza senso, fuori contesto, su un personaggio poco noto all'opinione pubblica. Più di tutto, non sarebbe stata una battuta.

E noi dobbiamo imparare a riconoscere una battuta, dobbiamo educarci all'ironia e alla tolleranza verso l'ironia di chiunque. Motivo per il quale ci esibiremo nel ridicolo, goffo, disperato e surreale tentativo di entrare nella testa di Gnocchi e abbozzare una sorta di analisi logica della sua battuta.

La battuta di Gene Gnocchi al microscopio

Spiegare una battuta svilisce la battuta stessa, ma visto il fraintendimento a furor di popolo, proviamo a entrare nella testa di Gnocchi e sezionare quello che ha detto. Anzitutto: l'obiettivo della battuta di Gnocchi non è Claretta Petacci, ma Giorgia Meloni, un personaggio politico candidato alle prossime elezioni, non una donna morta 70 anni fa. Ora cerchiamo di capire il procedimento: il comico parte dalla foto di un maiale per le strade di Roma postata più volte dalla Meloni sui social, probabilmente per evidenziare la sporcizia della capitale. La battuta inizia proprio qui, quando Gnocchi ironizza sulla Meloni, dissimulando il reale motivo dell'utilizzo di quella foto e ipotizzando che in realtà si tratti del suo maiale (quello della Meloni) disperso e che lei stia chiedendo aiuto per ritrovarlo. A questo punto c'è il riferimento alla Petacci che, felice o meno che sia stato, lo ripetiamo, non vuole ironizzare su un morto. Serve invece a rimarcare, tramite un paradosso, l'area politica di riferimento di Giorgia Meloni, non a comparare ad un maiale una donna fucilata e appesa a testa in giù a piazzale Loreto, di fianco a Benito Mussolini. Anche perché: che senso avrebbe mai avuto questo accostamento? Anche a volerlo considerare in chiave cospirazionista come un favore elettorale al Pd, siamo davvero al punto di credere che una cosa del genere possa far guadagnare voti al Partito Democratico? Sono più fantasiose le interpretazioni della battuta, che la battuta stessa. Per chiudere il cerchio, la Petacci non è il fine della battuta, ma il mezzo, il pretesto.

Una battuta sulla Meloni, non su Claretta Petacci

Gnocchi utilizza il rapporto che la donna aveva con Benito Mussolini come un riferimento alle idee politiche di destra della leader di Fratelli d'Italia. Sulla qualità e l'attinenza del pretesto si può discutere all'infinito ed è solo questa la parte della battuta criticabile. In Italia, e forse non solo in Italia, abbiamo la tremenda abitudine a fraintendere le parole, a volte per ignoranza, a volte per interesse. E non c'è nulla che si esponga ad un fraintendimento meglio di una battuta politica scambiata per offesa. Aggiungiamoci il fatto di essere in periodo di campagne elettorale e il gioco è fatto. Gnocchi non voleva offendere un morto, né paragonarlo a un maiale, ma forse voleva dire che Giorgia Meloni è di destra, a volte un po' troppo di destra a suo modo di vedere (e su questo, come su tutto il resto, se Gnocchi vuole può smentire chi si sta sforzando di immaginare il suo pensiero).

In soldoni, chiunque tra noi abbia visto nella freddura di Gnocchi un'offesa ad un morto a fini politici, si sta facendo raggirare da chi vuole sfruttare la cosa a fini politici, o sta egli stesso strumentalizzando a fini politici la storia. Dunque si sta facendo prendere in giro, oppure è in malafede.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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