Miss Italia, Miren e quel buco da oltre 1 milione di euro
Con un improvviso salto indietro nel tempo, per l'esattezza sei anni, la stagione televisiva di Rai1 2019-2020 ripartirà da Miss Italia. Le strade del concorso di bellezza e delle reti del servizio pubblico si erano separate nel 2013 ma quest'anno, per l'ottantesima edizione, il programma ha fatto magicamente ritorno nei palinsesti della prima rete del Servizio Pubblico. E la parola "magicamente" non è inappropriata, se si considera la modalità attraverso la quale il concorso torna in Rai, entrato dalla finestra di Viale Mazzini e programmato senza l'approvazione del Consiglio d'Amministrazione, come si converrebbe per i grandi eventi del servizio pubblico.
Il Cda Rai contro Miss Italia 2019
La polemica è delle ultime settimane, mossa da tre consiglieri di amministrazione Rai (la maggioranza), che hanno chiesto all'amministratore delegato Salini di valutare l'opportunità della messa in onda di un prodotto che non è previsto dal contratto di servizio, complice peraltro il favorire un'immagine della donna obsoleta, non più al passo coi tempi. La cosa non sembra aver cambiato i piani del direttore di Rai1 De Santis e, complice proprio l'edizione numero 80, Miss Italia andrà in onda su Rai1 il 6 settembre, condotta da Alessandro Greco.
I debiti della Miren
C'è però un'altra questione che fa emergere un'ulteriori perplessità e riguarda, più da vicino, la macchina organizzativa che c'è dietro lo storico concorso di bellezza. Tutto parte da una situazione debitoria di una delle società legate al concorso e alla sua patron, la Miren srl, nei confronti del Consorzio Gruppo Eventi, la società del presidente Vincenzo Russolillo che ha prodotto interamente le edizioni 2016 e 2017 del concorso Miss Italia (quella del 2017 è l'edizione che ha raccolto di più in termini di ascolti nella parentesi del concorso su La7).
Due anni di fila lavorando fianco a fianco con la macchina che sta dietro al concorso, "anticipando ogni cifra" fa sapere Russolillo a Fanpage.it, "ma al momento della riscossione ci siamo trovati con un divieto del pagamento per incapacità economica a sostenere i costi". Una situazione che ha prodotto "un ammanco importante" per il Consorzio Gruppo Eventi, da anni impegnato nel mondo delle produzioni televisive e non (da Casa Sanremo ai Nastri d'Argento), per una cifra che, tra somme previste e interessi, supererebbe i 2 milioni di euro.
Debito, quello contratto, che i legali di Consorzio Eventi affermano sia stato quasi interamente riconosciuto dalla Miren, che pure inizialmente ha provato a evitare un'azione di decreto ingiuntivo chiedendo un giudizio di merito "sia per vedere determinata dal giudice l’effettiva entità ed esigibilità del credito preteso dal primo, sia per ottenere la dovuta restituzione dei titoli di credito (nella specie, assegni bancari) rilasciati a garanzia del debito sulla produzione televisiva relativa al 2016 oggi interamente saldato". Parole, queste ultime, contenute in una risposta che l'ufficio legale che assiste Miss Italia aveva inviato a Today dopo un'intervista del luglio 2019 in cui Russolillo parlava per la prima volta del contenzioso. Risposta nella quale si aggiungeva: “Il credito preteso dal Consorzio Gruppo Eventi nei confronti di Miren S.r.l. è stato contestato in sede giudiziaria da quest’ultima, in quanto ritenuto erroneamente quantificato ed è proprio per tali ragioni che in Tribunale verrà accertato dal giudice l’importo realmente dovuto.”
Come nella prassi, l'attesa del giudizio di merito è anche una via per provare a trovare un accordo tra le parti, nell'ottica di una rateizzazione del debito. Questi accordi non sono stati raggiunti perché, secondo Consorzio Eventi, non c'erano garanzie adeguate ed è stato quindi richiesto il pagamento dell'intera somma, con il conseguente sequestro conservativo a tutela del credito. Misura, quest'ultima, resa necessaria anche dallo stato della Miren, a quanto pare non solidissimo. Emerge infatti che Miren srl è una società già andata in bilancio negativo in passato (quasi 800mila euro di perdita nel 2015), così come la Miren International srl, altra società di cui la Mirigliani era amministratrice, definitivamente fallita dopo una gestione che avrebbe determinato ammanchi per diverse centinaia di migliaia di euro.
La possibile cessione a Infront
A decidere nel merito sarà naturalmente un tribunale, che dovrebbe peraltro esprimersi in tempi brevi, ma intanto è giusto specificare che negli ultimi sei anni, cioè da quando il concorso di Miss Italia non viene più organizzato dalla Rai, la produzione dell'evento abbia visto tre differenti partner avvicendarsi nella produzione dell'evento di Patrizia Mirigliani. Nel biennio 2014-2015 la produzione è stata in carico a Magnolia, che contattata da Fanpage.it non ha fatto emergere particolari criticità , rimarcando peraltro ascolti soddisfacenti. Poi è stata la volta del Consorzio Gruppo Eventi, che ha preceduto Infront, attualmente responsabile della produzione. Un gruppo solido, dalle spalle larghe, da anni advisor di Lega Serie A per la vendita dei diritti Tv, che non è escluso possa guardare con interesse a Miss Italia nell'ottica di un'acquisizione di quote o, perché no, dell'intero marchio, se la collaborazione con il concorso dovesse dare i suoi frutti fino entro il termine dell'accordo, previsto nel 2020.
Articolo a cura di Gennaro Marco Duello e Andrea Parrella