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Tu sì que vales 2019

Lite con Maria De Filippi, Frank: “Ninfa sta male, hanno chiesto soldi per tagliare quelle scene”

Dopo la lite con Maria De Filippi e la giuria di Tu sì que vales, con annesso dito medio, Frank e Ninfa fanno sapere a Fanpage.it di essersi rivolti a un legale. “Non volevamo fosse mandata in onda la nostra esibizione. Ninfa è stata costretta a esibirsi e ora sta male. È stata bullizzata” racconta l’uomo che fornisce una prima versione dei fatti rispetto all’accaduto, in attesa di poter raccontare la sua verità.
A cura di Stefania Rocco
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Fanpage.it ha raggiunto Ninfa e Frank, artisti protagonisti della puntata di Tu sì que vales del 6 ottobre 2018, dopo l’”esibizione della discordia”. La lite ingaggiata con il pubblico del talent show e con Maria De Filippi ha fatto il giro della rete, finendo per mettere i due in una condizione scomoda. Frank è intenzionato a raccontare quella che ritiene sia la verità rispetto a questa storia senza alcuna censura. Ha anticipato su Fanpage.it quelli che ritiene siano i punti chiave della vicenda, in attesa del momento in cui dar voce completamente al suo malumore:

Ci siamo rivolti a un legale perché non volevamo fosse mandato in onda quanto era stato registrato. Loro, invece, avevano interesse a trasmettere quel momento bomba. Capisco la necessità di fare audience però non di farlo ai nostri danni. Nei confronti di Ninfa c’è stato del vero e proprio bullismo. È stata male dal momento in cui è finita l’esibizione fino all’arrivo a Catania. Era sconvolta perché nei suoi confronti non c’è stata umanità. Non è accaduto solo quello che è andato in onda. È stata portata man mano a quel momento di disperazione attraverso una serie di eventi che sono stati tagliati. Non ce la faceva più. Hanno tagliato pianti e altre cose. Il tutto è durato tantissimo, anche mezz’ora dopo l’esibizione. Se ne è andata piangendo e non è stata consolata da nessuno, nemmeno dietro le quinte. È stata lasciata sola con la sua disperazione.

I presunti tagli alla messa in onda

Frank sostiene che la produzione di Tu sì que vales abbia tagliato la loro esibizione, mandando in onda solo le parti che ritenevano avrebbero fatto gioco al programma: “Ci sono state tutta una serie di cose che non sono andate in onda. Esistono fatti che non vogliono che emergano. Noi artisti, a volte, andiamo lì e subiamo una forte pressione psicologica. Noi vogliamo che le cose si vengano a sapere. Questa finzione non ci sta bene”. Racconta che Ninfa starebbe attraversando un periodo difficile, segnato dall’umiliazione che ritiene di avere subìto in tv:

Ninfa sta male. Ha visto crollare tutta la sua carriera solo perché altri facessero audience. Non volevamo che fossero mandate in onda quelle scene. Abbiamo chiesto che fossero tagliate ma dietro c’è un giro di soldi pazzesco. Ci hanno chiesto una cifra esorbitante per poter tagliare quelle scene, 250 mila euro. Adesso vedremo dove si vuole arrivare. Noi vogliamo che esca fuori la verità.

Dietro le quinte di Tu sì que vales

Frank sostiene ci sia ancora tanto da rendere noto ma ha voluto anticipare a Fanpage.it una parte di quanto sarebbe accaduto dietro le quinte, prima ancora dell’esibizione che ha scandito l’inizio di giorni difficili: “Ninfa è emotiva, era la sua canzone e ci teneva. Loro avevano studiato bene il personaggio e già sapevano come sfruttarlo per fare notizia. Non sono stati delicati, ci sono andati pesanti. Pur di fare ascolti non hanno compreso il soggetto, non hanno capito che lei stava male già da dietro le quinte. Non voleva esibirsi nemmeno prima ma è stata spinta in scena. Aveva già capito la situazione che si stava generando, ma è stata strattonata e costretta a esibirsi. Doveva farlo per forza”. Annuncia di essersi rivolto a un legale per ottenere giustizia:

Ci siamo rivolti a un legale già dal giorno dopo in cui l’esibizione è stata registrata, l’11 settembre scorso. Ninfa da quel momento ha subìto problemi di salute e non ha mai ricevuto nemmeno una chiamata. Un risarcimento economico? Non ho fatto richieste ma loro si stanno arricchendo e non giusto che noi passiamo per quelli che non siamo.

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