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La triste chiusura del Commissario Montalbano, perché nessuno ne parla?

La notizia della chiusura del Commissario Montalbano è passata totalmente in sordina. Il prodotto di maggior successo della storia di Rai Fiction si avvia verso un finale sottovoce, senza il grande clamore che avremmo immaginato per un prodotto che ha segnato la storia della Tv. Finirà tutto con l’ultimo episodio inedito dell’8 marzo, o la Rai sta attendendo il moto popolare per convincere Luca Zingaretti a dare a Montalbano un finale degno?
A cura di Andrea Parrella
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È strano il percorso che fanno alcune notizie. Pensiamo a quella della chiusura del Commissario Montalbano, fenomeno letterario e televisivo dell'ultimo ventennio, la fiction più vista di sempre che fa ascolti degni di Sanremo anche quando proposta in replica. Se qualche anno fa avessimo dovuto pensare a questo momento, ci saremmo immaginati annunci in pompa magna, decine di speciali televisivi, prime serate con Bruno Vespa che ospita Luca Zingaretti a Porta a Porta e qualunque altra iniziativa per celebrare il prodotto più riuscito di sempre della storia di Rai Fiction dopo La Piovra.

L'8 marzo l'ultimo episodio

Invece accade che la fine del Commissario Montalbano venga annunciata in sordina con un'intervista a Peppino Mazzotta in cui l'interprete dell'ispettore Fazio nella fiction annuncia che non ci saranno più nuovi episodi di Montalbano. Notizia dalla quale implicitamente si deduce che quello del prossimo 8 marzo, Il metodo Catalanotti, sarà l'ultimo appuntamento inedito del Commissario Montalbano.

Per qualcuno conterà poco, perché Montalbano continuerà a vivere e su questo ci sono pochi dubbi, ma è curioso il silenzio generale sulla notizia, rotto solo da un appello del sindaco di Noto delle scorse ore. Il primo cittadino di un territorio per il quale Montalbano è stato una gallina dalle uova d'oro, ha invitato la Rai a fare uno sforzo per dare alla fiction il finale che merita, girando l'episodio tratto da Riccardino, il racconto finale che segna l'epilogo di Montalbano, pubblicato dopo la morte di Andrea Camilleri. Un ragionamento non proprio campato in aria, mosso certamente anche da logiche turistiche e relative al potenziale ritorno economico per il territorio, che deve però fare i conti con un problema di motivazioni per Luca Zingaretti, il quale mesi fa sottolineava che, nonostante mancasse ancora del materiale letterario da tradurre in fiction, non era certo di avere voglia di proseguire.

In questi anni sono morti compagni di viaggio che per me erano fratelli, Andrea Camilleri, il regista Alberto Sironi, lo scenografo Luciano Ricceri, colleghi anziani. Le ultime regie le ho fatte io, ma non so se cedere il testimone e finire in bellezza o visto che siamo arrivati fino a qua fare gli ultimi ceno metri, se fare un anno sabbatico o dopo vent’anni un congedo definitivo.

Montalbano e l'effetto assuefazione da repliche

Resta una domanda: come è possibile che la notizia della chiusura di Montalbano non abbia generato un enorme clamore? Una risposta potrebbe risiedere nell'uso che Rai1 ha fatto in questi ultimi anni della fiction, abusando delle repliche in maniera smodata, conscia di un ritorno numerico garantito, quasi le persone tenessero accesa la Tv a prescindere quando c'è Montalbano. Non è escluso che questa overdose di Montalbano negli ultimi anni abbia determinato l'assuefazione anche al flusso di notizie che riguardano la fiction con Zingaretti.

L'impressione è che nelle prossime settimane settimane, soprattutto nell'attesa dell'ultimo episodio dell'8 marzo, la questione riprenderà vigore e non è escluso che in Rai stiano attendendo proprio il moto popolare per convincere Luca Zingaretti a tornare sul set del Commissario Montalbano.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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