Non era difficile immaginarsi che questa edizione del Grande Fratello Vip si sarebbe incentrata sulla figura di Manuel Bortuzzo. La Tv dei reality ha bisogno di storie forti da inseguire e quella del nuotatore rimasto paralizzato in una sparatoria incarna alla perfezione un sentimento annidato nelle pieghe di questo tempo che stiamo vivendo, quello di chi ce la fa nonostante tutto, di chi guarda in faccia i limiti con spavalderia e li supera, chi non si lascia fermare dalle difficoltà.
Come era prevedibile, la vicenda è stata il perno dei primi due mesi del reality di Signorini, che ha trovato in Bortuzzo una persona per niente restia a raccontare il suo handicap senza il minimo disagio, in ogni sua sfaccettatura, da come si porta una sedia a rotelle al rapporto con il sesso e la possibilità di avere figli dopo l'incidente subito. Era funzionale a spingere il programma, nel codice non scritto della televisione va bene così.
A due mesi dall'inizio del programma, però, non si riesce a intravedere una strada per parlare di Bortuzzo salvo che in funzione della sua condizione di invalidità, non c'è spazio per lui se non nell'ottica di quel pietismo con cui si osserva chi ce la fa nonostante tutto. È vero che pochi programmi come il Grande Fratello Vip si assumono la responsabilità di addomesticare alle diversità il pubblico più restio, ma è vero pure che è stato lo stesso Bortuzzo, davanti all'ennesima esagerazione sentimentalista per una canzone di Ultimo cantata al piano davanti a tutti, a dire: "Il mio sogno è semplicemente vivere".
E allora, se è così, è arrivato il momento di lasciare che Bortuzzo smetta di essere il ragazzo in sedia a rotelle sfortunato, che ha sofferto di un dolore insondabile per una vita lesa senza alcuna motivazione e inizi ad essere un semplice concorrente del Grande Fratello Vip come tutti gli altri, che deve cercare la lite per guadagnarsi la pagnotta come Katia Ricciarelli che dà della stronza a Carmen Russo.