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Ho visto la prima puntata di X-Files 2016: tra alieni e Isis, il vero nemico è tra noi

In attesa del 26 gennaio, quando la nuova stagione della serie creata da Chris Carter arriverà in Italia, vi proponiamo la recensione del primo episodio, proiettato in anteprima al Courmayeur Noir In Festival.
A cura di Valeria Morini
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ATTENZIONE: Questo articolo potrebbe contenere spoiler.

La verità è sempre là fuori, e vogliamo ancora crederci. La verità torna prepotentemente a chiedere di essere svelata nei 52 frenetici minuti di "My Struggle", primo episodio della nuovissima stagione di "X-Files", che abbiamo visto in eccezionale anteprima al Courmayeur Noir in Festival.  A 14 anni dalla sua conclusione, la serie cult creata da Chris Carter, vera e propria opera spartiacque nella storia televisiva americana (e non solo), tornerà con sei episodi inediti in onda dal 24 gennaio. In Italia verranno trasmessi quasi in contemporanea con gli Usa, a partire dal 26 gennaio su Fox (canale 112 di Sky), al fine di scongiurare il pericolo pirateria per una stagione-evento che si presenta probabilmente come la serie più attesa del 2016.

Si parte con la sigla originale: ed è subito nostalgia

Evento è anche quello andato in scena a Courmayeur dove, tra le montagne (poco) innevate che per un attimo ricordano le remote località in cui Fox Mulder e Dana Scully erano puntualmente inviati a investigare, il ritorno dei due agenti Fbi più celebri di sempre sbarca per la prima volta in terra italiana. L'operazione revival (che precede di un annetto il ritorno dell'altro cult anni 90, "Twin Peaks") non cerca affatto di nascondere l'effetto nostalgia, quella sensazione per cui sembra che tutto questo tempo non sia mai passato. Ecco perché "My Struggle", dopo un veloce prologo che sintetizza la mitologia delle nove storiche stagioni su istantanee commentate dalla voce narrante di Mulder, ci trascina nuovamente nella sigla originale, esattamente identica a quella che ci accompagnò per tante domeniche sera su Italia 1. Ed è subito applauso, commozione, forse anche qualche lacrimuccia.

Da Roswell ai misteri di oggi

Mentre la colonna sonora dell'immenso Mark Snow ci riporta verso emozioni che si credevano sopite nei ricordi, "X-Files" ricomincia là dove tutto era iniziato nel 1993, con un episodio per certi versi "gemello" dell'indimenticabile pilot, ancora tra vittime di presunti rapimenti alieni. Addirittura, la puntata si apre con la madre di tutti i misteri ufologici, il disco volante caduto a Roswell nel 1947. L'oscuro destino della povera Sveta (Annet Mahendru) e l'ambiguo anchorman dedito alle teorie del complotto Tad O'Malley (Joel McHale) riconducono Mulder e Scully tra gli x-files, a immergersi nuovamente tra misteri e gigantesche macchinazioni di un governo che appare ancora più minaccioso che in passato.

Non è il caso di fornire ulteriori dettagli sulla trama, ma la sensazione è che Carter voglia continuamente giocare tra l'autocitazionismo nostalgico, con infiniti riferimenti al passato della serie e l'impagabile tendenza a strizzare l'occhio ai fan, e la volontà di raccontare il mondo di oggi, adattandolo senza troppa fatica alla natura cospirazionista e sottilmente sovversiva della serie. Perché nel frattempo ci sono stati l'11 settembre, la presidenza Bush, il datagate di Snowden e l'Isis, tutti elementi che vanno a incorporarsi nella trama di "My Struggle", in un mix di realtà e fantascienza, immagini di repertorio e fiction che costituisce forse l'elemento più interessante di questo primo episodio. Allo stesso tempo, televisivamente parlando, l'ultimo decennio ha visto affermarsi le venerate e intricatissime serie di J.J. Abrams e le raffinate produzioni d'autore firmate HBO (in fin dei conti, tutti figli di "X-Files" nella tendenza ad alzare l'asticella qualitativa sul piccolo schermo) con cui la creatura di Carter deve necessariamente fare i conti.

Il ritorno di David Duchovny e Gillian Anderson

Infine, impossibile non dedicare spazio a David Duchovny e Gillian Anderson, che a rispettivamente 55 e 46 anni rivestono i panni dei personaggi che hanno regalato loro gloria. Depresso e trascurato, il nuovo Mulder ricorda fisicamente l'irresistibile Hank Moody, lo scrittore bukowskiano e autodistruttivo che Duchovny ha interpretato in "Californication", mentre Scully sfoggia i tacchi a spillo e l'aplomb disincantato della sua Stella Gibson di "The Fall". Come se, proprio come i loro attori, anche Dana e Fox sentissero su di sé il peso degli anni e della lunga lontananza dagli x-files, che ha reso complicato il loro rapporto sentimentale/professionale. Basta però un attimo, uno scambio di sguardi tra i due, per capire che Mulder e Scully sono sempre gli stessi, invecchiati eppure ancora iconici, tuttora una delle coppie più riuscite nella storia televisiva.

Al netto dell'entusiasmo da fan (c'è anche il ritorno di uno dei personaggi più emblematici: non spoileriamo ma è facilmente immaginabile), resta qualche dubbio sull'eccessiva fretta con cui vengono sbrigati alcuni nodi narrativi e sulla scelta di ribaltare parte degli assunti della vecchia serie, con il rischio di fare qualche errore di continuity. Per giudicare veramente la nuova stagione, sarà necessario vedere tutti gli episodi, anche se c'è la sensazione che sei puntate siano troppo poche e si finisca per chiudere velocemente una storia che avrebbe bisogno di un più ampio respiro. Attenzione, però: Carter ha recentemente spiegato che "se questa stagione andrà bene, potrebbe ravvivare le prospettive di un rinnovo". Potrebbe dunque esserci addirittura un'annata numero 11. In fin dei conti, diciamocelo: senza Mulder e Scully, la tv non è stata più la stessa.

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