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Opinioni

Il flop di Baglioni con uno show “da Rai1”, un paradosso che deve far riflettere Canale 5

Un risultato basso per uno show splendido che ha un codice estetico a cui il pubblico di Canale 5 non è stato “educato”. Se la rete rinunciasse per questa volta alla religione degli ascolti, potrebbe raccogliere i frutti in futuro.
A cura di Andrea Parrella
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Il primo sabato sera targato Baglioni è da dimenticare per Canale 5. Uno show notevole per contenuti e scrittura, oltre che livello dell'intrattenimento, con la presenza di tante star della musica italiana e non solo della musica, che si ferma a 2.322.000 spettatori pari al 14% di share. Risultato deludente per "uno spettacolo da Rai1", hanno commentato in molti, facendo notare come il livello di "Uà – Uomo di varie età" fosse ben oltre la media di quello che Canale 5 è solita proporre al suo pubblico. Non solo per gli ospiti, da Renato Zero a Pierfrancesco Favino, da Eros Ramazzotti a Giorgia, ma soprattutto per il peso specifico dell'intrattenimento proposto.

E infatti è Rai1 a beneficiarne in termini di ascolti, con Milly Carlucci che esulta nel primo sabato libero dal confronto con Maria De Filippi. Ballando con le Stelle ha conquistato 3.807.000 spettatori pari al 23.4% di share, che è uno dei risultati migliori della stagione.

L'educazione del pubblico di Mediaset

"Uà" rischia così di diventare un titolo che si presta ai commenti negativi sul flop, perché di questo si tratta se il filtro di analisi è quello impietoso dei numeri. Ma in realtà, anziché disperarsi, ai piani alti di Mediaset farebbero bene a riflettere su questo dato con fare propositivo. Perché la qualità dello show di Baglioni è indiscutibile, ma il punto sta nel codice estetico in cui il pubblico di Canale 5 non si riconosce, educato per anni a parametri differenti, visto che il sabato sera della rete è da tempo, senza soluzione di continuità, un regno dominato dall'universo televisivo di Maria De Filippi.

Il caso simile della fiction

Una dinamica simile si è verificata, per certi versi, conle fiction e la serialità televisiva in generale. Un campo in cui l'azienda è tornata a investire negli ultimi anni per intercettare il trend internazionale, riscontrando enormi difficoltà a fidelizzare pubblico. I casi dello scorso anno, con le chiusure anticipate e i cambi di collocazione di prodotti come Il Processo e Oltre la soglia, sono in questo senso indicativi nel dirci che a Cologno Monzese non manca la volontà di rinfrescare il proprio linguaggio, ma il tempo per alfabetizzare il proprio target a nuovi codici.

Mediaset rinunci (per una volta) alla religione degli ascolti

Parte del problema è infatti la natura commerciale delle reti Mediaset, che deve seguire religiosamente la legge degli ascolti e questo rende un risultato negativo meno digeribile di quanto non possa esserlo per la concorrente Rai, che oltre a quella degli ascolti è giustificata dalla dottrina del Servizio Pubblico. Ecco che un prodotto come lo show di Baglioni, che andrà in onda per altre due puntate, diventa un caso importante in cui Canale 5 deve provare a resistere e capire che sostenere nei momenti di difficoltà prodotti di questo genere è il solo modo per valorizzarli e poterli riproporre in futuro, con maggiore riscontro. D'altronde, un duetto Claudio Baglioni-Renato Zero è una cosa che giustificherebbe ogni sabato sera della nostra vita.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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