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“Il Cacciatore” avrà la seconda stagione che merita

Conclusa la prima stagione della serie tv di Rai2 con protagonista Francesco Montanari, arriva la conferma dei lavori di scrittura già partiti per un secondo capitolo della saga. Una decisione importante, che conferma le intenzioni Rai di sostenere progetti distanti dall’impostazione tradizionale italiana fiction italiana e occuparsi di un periodo storico della lotta alla mafia che la serialità televisiva di casa nostra ha oggettivamente trascurato.
A cura di Andrea Parrella
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Si è conclusa mercoledì 18 aprile la prima stagione del "Il Cacciatore", serie tv andata in onda su Rai2 nelle ultime settimane, tratta dal romanzo-confessione di Alfonso Sabella "Il Cacciatore di mafiosi". Si parla di prima stagione perché è giunta in queste ore la conferma della produzione sui lavori per la scrittura di un nuovo capitolo della serie, che dunque avrà una seconda stagione. Spazio a nuove storie, dunque, dopo che la prima stagione si è sviluppata sull'arco temporale che comprende il rapimento del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito di mafia.

Una buona notizia, quella confermata da Davide Marengo, uno dei due registi, non solo per i telespettatori che hanno seguito assiduamente la serie tv con protagonista Francesco Montanari nei panni del magistrato Saverio Barone. Si tratta di un segnale positivo per la serialità televisiva di casa nostra. Il prodotto era stato presentato da Rai2 come un passaggio importante e dal grande carico innovativo in fatto di scelte estetiche e di scrittura, in continuità con un lavoro che la seconda rete del servizio pubblico porta avanti da un paio di anni, grazie soprattutto a titoli come "Rocco Schiavone", che pure tornerà con una seconda stagione nell'autunno 2018.

Sebbene gli ascolti de "Il Cacciatore" non siano stati sorprendenti (ma non per questo disprezzabili) bene ha fatto la Rai ad approvare la prosecuzione di un percorso che non solo ha avuto riconoscimenti importanti a livello internazione (Montanari è stato premiato per la sua interpretazione alla prima edizione di Canneseries), ma a cui va riconosciuto il merito di aver raccontato un insolito pezzo di storia della lotta dello Stato alla mafia. Il lavoro compiuto dal pool antimafia guidato da Giancarlo Caselli, cui le vicende de "Il Cacciatore" si ispirano, non aveva infatti ricevuto grande spazio nell'ambito della serialità e della fiction televisiva italiana, che pure ha fatto del racconto della criminalità organizzata uno dei filoni narrativi più battuti in questi ultimi anni.

Risulta dunque importante che il servizio pubblico televisivo dia spazio alla trattazione di una stagione della lotta alla criminalità organizzata in cui lo Stato riuscì a conseguire risultati importanti, indebolendo sensibilmente la forza delle organizzazioni sul territorio siciliano. Se si aggiunge la qualità indiscutibile del prodotto in termini di scrittura, scelte registiche e prestazioni attoriali, si conclude che "Il Cacciatore" avrà la seconda stagione che merita.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare la realtà che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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