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Francesco Pannofino su Mattia Torre, autore di Boris: “Avrebbe preso con ironia anche la sua morte”

Mattia Torre, morto a soli 47 anni, è stato uno dei tre autori storici della serie tv Boris, insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico. È venuto a mancare dopo una lunga malattia, un cancro che non gli ha dato tregua e alla fine ha vinto. Fanpage.it ha raggiunto al telefono Francesco Pannofino, René Ferretti di Boris: “Aveva una mente superiore. Io ne ho conosciuti di autori, ma quel livello era davvero incredibile e il dolore più forte è che se ne sia andato così presto”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Mattia Torre, morto a soli 47 anni, è stato uno dei tre autori storici della serie tv Boris, insieme a Luca Vendruscolo e Giacomo Ciarrapico. È venuto a mancare dopo una lunga malattia, un cancro che non gli ha dato tregua e alla fine ha vinto. Ne parlò anche ne La Linea Verticale, serie con Valerio Mastandrea, basata sul suo libro inerente la malattia che lo aveva colpito e il calvario sanitario che aveva dovuto affrontare, andata in onda su Raiplay.

Fanpage.it ha raggiunto al telefono Francesco Pannofino, protagonista della serie tv Boris e grande attore di cinema e teatro, che con lui ha condiviso il successo della serie sul mondo delle fiction televisive e quelli successivi, avvenuti anche nel mondo della quarta parete, sulle tavole di un palcoscenico che più volte ha accolto la dissacrante ironia di Mattia Torre. Pannofino commenta a caldo la notizia della sua morte:

È una tragedia incredibile perché un uomo di 47 anni con due figli piccoli, che ci lascia è una tragedia di per sé. La tragedia aumenta perché quest'uomo aveva un'intelligenza umoristica superiore alla media e lo ha dimostrato con quello che ha fatto in soli 47 anni. Il meglio di sé, però, lo doveva ancora dare e avrebbe dato ancora tanto, questo è veramente un peccato per la sua storia artistica. Ci ha lasciato con un palmo di naso.

Eravate ancora in contatto?

Ci scrivevamo qualche messaggio ogni tanto, ma era un po' che non ci sentivamo….sai com'è questo lavoro, comincia una cosa e poi ne cominci un'altra, però avevo sue notizie attraverso altri nostri amici comuni. Sapevo che ultimamente la situazione era peggiorata, quindi è una notizia che un po' ci aspettavamo. Poi passavano i giorni, la notizia non arrivava e io speravo che il bene guarisse il male, ma purtroppo non è andata così.

Cosa hai apprezzato di più della sua ‘linea verticale'?

Lui aveva raccontato la sua ‘storia sanitaria', il calvario che ha dovuto affrontare per combattere la malattia, però ha raccontato una storia drammatica con il suo umorismo e la sua ironia, cioè un uomo così è davvero imbattibile, nonostante la tragedia che lo ha colpito.  Solo i grandi possono fare questo, credo che avrebbe raccontato anche la sua morte in modo ironico. Lui vedeva la vita e il mondo attraverso la sua ironia e questo fa di lui un uomo di serie A.

Avete vissuto insieme gli anni di Boris. Cosa ricordi di quei tempi?

Mattia, insieme a Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo, faceva anche la regia di Boris e per questo stavano spesso sul set, anche quando non l'hanno curata loro. Ricordo soprattutto che Mattia dava sempre quel quid in più con un'idea dell'ultimo momento per dare più valore alle scene. Ciò si evince non solo da Boris, ma anche dalle sue opere teatrali, piene di ironia e umorismo. Aveva fatto parlare gli attori con un linguaggio incomprensibile, ma alla fine tutto il pubblico capiva cosa stavano dicendo.

Francesco Pannofino chiude la telefonata con un tono greve, è emotivamente provato, e in modo un po' dimesso, tipico di chi sta tenendo giustamente per sé la parte più profonda di questo dolore, conclude: "Aveva una mente superiore. Io ne ho conosciuti di autori, ma quel livello era davvero incredibile e il dolore più forte è che se ne sia andato così presto".

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