90 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Fabio Fazio e la bugia del flop d’ascolti

Non si fa che parlare del presunto tracollo d’ascolti dei programmi su Rai1 di Fazio, che continua ad essere oggetto di polemiche di ogni genere. Ma nonostante il brusco calo del 15 ottobre “Che Tempo Che Fa” non è assolutamente un flop: dirlo sarebbe falso o prematuro.
A cura di Andrea Parrella
90 CONDIVISIONI
Immagine

Raramente si è parlato di Fabio Fazio come si sta facendo di questi tempi, tra presunti flop di Che Tempo Che Fa, contratto milionario e introiti pubblicitari insufficienti per la Rai. La presidente Rai Monica Maggioni ha difeso dalle polemiche sugli ascolti bassi il conduttore e il programma, intervenendo in Vigilanza:

Fazio? Per tenerci ai numeri, in media, in quattro puntate ha fatto il 18,6% in prima serata, lo 0,5% in più rispetto alle stesse domeniche di un anno fa. Volete chiamarlo disastro? Però ha fatto più 0,5%. La formula al momento è quella che è e può sempre migliorarla, inserire qualche elemento diverso. Ma io non riesco a leggere nei numeri il flop. La Rai non è al tracollo e questo non è un flop“.

Cosa si contesta a Fabio Fazio

Fazio, passato su Rai1 con il suo talk decennale da questa stagione, è al centro di un'enorme polemica frutto di una commistione tra parere politico, "gentismo" e legittima espressione del proprio gusto televisivo (che spesso pare più un alibi per nascondere gli altri due). In soldoni, l'accanimento verso Fazio si può schematizzare in due poli: guadagna troppo e, a fronte degli ascolti di queste ultime settimane dei suoi programmi, non garantisce un vantaggioso introito alla Rai (che "sono soldi nostri!", "paghiamo il canone per programmi inguardabili", "Giletti faceva ascolti ed è stato cacciato!"). A questo va aggiunta l'interessantissima polemica vegana sull'acquario presente in studio e il maltrattamento sui pesci.

Che Tempo Che Fa, il tracollo che non c'è

Per la verità, le cose non stanno proprio così. Sia perché i vertici Rai hanno spiegato dal principio che lo stipendio di Fazio è diminuito, a fronte di un impegno maggiore in termini di presenza in video. Sia perché l'azienda e il conduttore stesso hanno più volte ribadito come Che Tempo Che Fa sia perfettamente in grado di ripagarsi da solo con gli introiti pubblicitari, garantendo anche un plusvalore all'azienda. Sia perché, in fin dei conti, se pure si trattasse di ascolti in calo per "Che Tempo Che Fa" e "Che Fuori Tempo Che Fa", sarebbe abbastanza prematuro giudicarli dopo sole 4 settimane, nelle quali Fazio si è sempre scontrato con la fiction da altissimi e sorprendenti (?) ascolti di Gianni Morandi, "L'Isola di Pietro". SE si trattasse di ascolti bassi, appunto, perché le cose stanno in modo diverso: Fazio non è un flop e, per quanto nessuno escluda che potrebbe diventarlo, descriverlo così come qualcuno ha sentenziato nelle scorse settimane sarebbe troppo prematuro.

Con Fazio ascolti di Rai1 più alti del 2016

I dati citati dalla presidente Maggioni spiegano infatti che la narrazione di un Fazio in crisi, emersa in queste prime settimane, è una bufala (o fake news, parafrasando Mario Orfeo), smontabile con il semplice ausilio dell'aritmetica, soprattutto per quel che riguarda le prime tre settimane di messa in onda. Questa analisi degli ascolti realizzata da TvBlog, ad esempio, confronta i risultati di Rai1 delle tre domeniche della scorsa stagione nelle stesse fasce (prime time della domenica e seconda serata del lunedì) con quelli portati a casa dai due talk di Fazio di questa stagione. Nel mettere a paragone i numeri, emerge immediatamente l'evidenza di un programma che realizza quest'anno cifre più alte di fiction e programmi in onda l'anno scorso, sia domenica che lunedì, nonostante il duello d'ascolti con programmi di Canale 5 decisamente più concorrenziali: L'Isola di Pietro, appunto, e Il Grande Fratello Vip, che quest'anno va nettamente meglio dello scorso anno (il 15 ottobre è arrivato al 30,1% di share nella fascia di seconda serata corrispondente a Che Fuori Tempo Che Fa).

Anche Aldo Grasso, con un report sui numeri della trasmissione, sottolinea l'inequivocabile dato numerico delle prime tre settimane. E pur rilevando che una flessione ci sia stata, sostiene che "i dati (di Che Tempo Che Fa, ndr) non giustificano certe espressioni usate («flop», «tracollo»), mentre le tendenze segnalano una lieve (ma prevedibile) erosione di ascolti sia la domenica che il lunedì: se però a fine stagione le medie saranno più o meno queste – prosegue la firma del Corriere della Sera – la Rai non potrà lamentarsene".

Il calo netto nella puntata del 15 ottobre 2017

Qualcosa cambia con la serata di domenica 15 ottobre, tra gli ospiti Andrea Camilleri e la famiglia di Giulio Regeni: Che Tempo Che Fa registra un brusco calo, scivolando a 2.467.000 spettatori medi pari al 14.1% di share, 3 punti in meno rispetto alla settimana precedente. Nella stessa domenica del 2016 la prima puntata di Braccialetti Rossi 3 conquistava su Rai1 4.135.000 spettatori pari al 16.5% di share. Il risultato favorisce i tifosi del flop assoluto, provocando una specie di smottamento imediatico, con molte proteste da alcuni rappresentanti politici di centrodestra.

Immediata la reazione del direttore generale Orfeo prima, che difende il ruolo di servizio pubblico svolto da Fazio in occasione di quella puntata, al quale ha fatto eco Monica Maggioni allargando il concetto e lanciandosi in una considerazione che si cimenta nell'eterno dissidio della televisione, qualità o quantità:

Quando leggo nel dibattito di questi giorni alcuni confronti con trasmissioni della concorrenza, dico che questo non può reggere. Perché, ancorché siano trasmissioni che metà o tre quarti degli italiani possano trovare interessanti, temo che il nostro canone ci imponga di raccontare altre cose. Dobbiamo ricomporre questa schizofrenia tra chiedere il super ascolto e chiedere il servizio pubblico, anche se qualche volta le due cose possono andare insieme ed è quello che auspichiamo

Gli ascolti non sono sola aritmetica

Il discorso di Maggioni è, d'altronde, materia complessa, specie in Italia, dove c'è un'azienda di servizio pubblico televisivo che negli anni si è avvicinata alle logiche della diretta concorrente privata (egemonia pubblicitaria) molto più di quanto quella privata si sia protesa verso la pubblica (egemonia culturale). La visione monodimensionale o banalmente algebrica degli ascolti è il lascito di questo sistema.

Flop di Fazio o trionfo di Morandi?

Un calo fragoroso che è relativo alla sola domenica sera, perché il risultato di Che Fuori Tempo Che Fa di lunedì 16 ottobre è in linea alla settimana precedente. Non è un fattore di poco conto, perché induce a dedurre che la ragione del calo di Fazio stia nella forza di Morandi, sulla cui eccezionalità nessuno aveva dubbi. Mediaset ha investito molto in questo prodotto per rilanciare la propria fiction, da qualhe anno in difficoltà, e L'Isola di Pietro è stata accompagnata da un lancio pubblicitario iniziato addirittura la scorsa estate, poi proseguito con la presenza a tappeto del Gianni Nazionale in tutte le principali trasmissione Mediaset (e pure Rai!). L'Isola di Pietro finirà il 29 ottobre con la sesta e ultima puntata. I dati delle settimane a seguire saranno più utili per darci una misura più precisa dell'andamento di Fazio su Rai1. Gridare al flop adesso è inutile e verrebbe da dire, a questo punto, fazioso.

90 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views