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Due anni senza Fabrizio Frizzi, Clerici: “Chissà che avresti detto di questo mondo sconvolto”

Sono passati due anni dalla morte di Fabrizio Frizzi, era il 26 marzo del 2018. Aveva soli 60 anni e la sua dipartita commosse non solo i colleghi e gli amici più cari ma tutto il suo pubblico che lo considerava uno di casa e che lo ricorda in questi giorni difficili di lockdown dell’Italia a causa del coronavirus con affettuosi messaggi sui social. Tra questi, anche quello degli amici di sempre, come Antonella Clerici e Carlo Conti.
A cura di Eleonora D'Amore
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Sono passati due anni dalla morte di Fabrizio Frizzi. Aveva soli 60 anni e la sua dipartita commosse non solo i colleghi e gli amici più cari ma tutto il suo pubblico che lo considerava uno di casa e che lo ricorda in questi giorni difficili di lockdown dell'Italia a causa del coronavirus con affettuosi messaggi sui social. Il video in cui Frizzi legge la storia delle quattro candele è diventato nuovamente virale dopo la condivisione dell'ex compagna Rita Dalla Chiesa, che ha voluto riproporlo come motto di incoraggiamento per tenere accesa la speranza. Ed è stata Antonella Clerici la prima a ricordarlo, a due anni dalla scomparsa, con un commovente messaggio su Twitter: "Chissà che cosa avresti detto del coronavirus, di città vuote, di medici e infermieri eroi, di un mondo sconvolto. Due anni senza te, senza la tua risata che riecheggia di stella in stella".

Il ricordo dell'amico Carlo Conti

E non è stata solo Antonella Clerici a ricordarlo in questi giorni difficili. A riportare il suo nome in Rai, negli studi che oggi portano il suo nome, è stato anche il suo caro amico Carlo Conti, che insieme alla Clerici scese in campo per difendere il suo diritto al lavoro durante la malattia e per far sì che il suo impegno della tv di Stato fosse garantito fino alla fine. “È un amico che ci manca più che mai. Ci manca il suo abbraccio, soprattutto in un periodo come questo“. Memorabile fu la puntata de La prova del cuoco, a pochi mesi dalla morte di Frizzi, in cui Conti lo portò ospite dalla nota conduttrice per annunciare il suo ritorno dopo una lieve ischemia che lo aveva colpito in autunno e che sarebbe stata, col senno di poi, solo l'inizio di un vicolo cieco.

Massimiliano Pani: La Rai non lo voleva

E c'è chi crede che Fabrizio Frizzi abbia anche tanto penato in quella tv pubblica. Massimiliano Pani, ad esempio, che ha lavorato con lui a due edizioni di Ti lascio una canzone, di recente ha spiegato come la Rai avrebbe ‘fatto lacrime di coccodrillo' dopo la morte del conduttore, non avendo oliato il suo reinserimento a seguito dell'ischemia. E anche qui sembra che cruciali siano stati amici come Antonella Clerici:

Abbiamo fatto solo due edizioni di Ti lascio una canzone, era una persona sempre solare, anche dopo la diretta, simpatico, buono, ma la Rai non si è comportata benissimo con Fabrizio. In quel periodo aveva ripreso da poco a lavorare, la Rai non lo voleva. La Rai ha fatto lacrime di coccodrillo, so che anche questi studi sono intitolati a lui. Il problema è come sempre ai vertici, non sempre chi viene preposto a comandare ha competenze di spettacolo e fa delle scelte che gli sembrano ovvie, giuste, e invece non lo sono. Ci sono ancora sicuramente le eccellenze in Rai… e lui per fortuna è tornato grazie ad amici come Antonella Clerici e all’affetto della gente che gli ha sempre voluto bene.

Gerry Scotti: La sua bontà non era dabbenaggine

Anche un insospettabile come Gerry Scotti, fosse solo per l'appartenenza all'azienda concorrente, Mediaset appunto, si era espresso in merito al trattamento subito più volte da Fabrizio Frizzi che, a suo dire, ne avrebbe mandati diversi di rospi giù riuscendo a passarci sopra: "La bontà a volte può essere confusa con una certa dabbenaggine. A Fabrizio è capitato un paio di volte di dover mandare giù un rospo e non credo che abbia fatto bene né alla carriera né alla salute, qualche pecca nel meccanismo c’è stato e lui ha saputo passarci sopra e portare il suo impegno rimanendo Fabrizio Frizzi. Meritava certamente di più, ma penso che le signore che mi hanno baciato al suo funerale abbiano capito più di tanti altri l’importanza e il privilegio di essere come lui".

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