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Cosa ha guardato chi non ha guardato le Olimpiadi

Salvo rare eccezioni, i palinsesti alternativi delle generaliste sono stati pressoché nulli. Non è un risultato che sorprende, non ci saremmo aspettati nulla di diverso. Il difficile per i telespettatori arriva ora, durerà sino a fine estate.
A cura di Andrea Parrella
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Le Olimpiadi 2012 hanno invaso, negli ultimi quindici giorni, i palinsesti di molte reti. Hanno condizionato le notizie dei tg, impegnati a divincolarsi tra argomenti non prettamente sportivi (vedi la questione Schwazer) e lo spinto patriottismo che ha misurato il livello sportivo di una giornata sulla base della quantità di medaglie portate a casa dagli italiani. L'alternativa televisiva ha faticato ad arrivare, se proprio se ne vuole vedere la presenza. Si è assistito più che altro ad un lento accettare che il tempo passasse, come se le reti, per pigrizia più che altro, non tenessero conto potessero esistere altri telespettatori.

E dunque l'offerta estiva, solitamente mancante di brio e alcuna forza propoulsiva, non ha fatto altro che ancorarsi ancor di più. Su Fanpage.it abbiamo provato ad offrire, pressoché quotidianamente, un piccolo vademecum alternativo alla programmazione fitta dei giochi olimpici. L'obiettivo non era banalmente di spingere a non guardarle, ma di strizzare l'occhio a chi di guardarle non avesse intenzione. E chiaramente l'approccio è stato ironico, si sono andati a cercare delle programmazioni generaliste, oltre che i pochi spunti interessanti che potessero riempire le giornate, quelli che più risultavano indigesti, perché repliche di repliche dal sapore d'estate.

La ricorrenza di Don Matteo, di Capri. L'insistenza di Pino Insegno, per molti giorni impegnato in una bizzarra prova di ubiquità, allo stesso tempo in onda su Raiuno e Italia 1. I telefilm di Rete 4, le soap interminabili, quelle così "serie" che nemmeno d'estate vanno in vacanza, al massimo i componenti si alternano nelle ferie (leggi Tempesta d'amore). Si è apprezzato il tentativo di Raitre e La7 di fare la parte dei leoni nella contro programmazione, entrambe hanno curato un'ampia scelta di film e sono addirittura state capaci di proporre, in piena estate, dei contenuti originali (vedi FIL e La valigia dei sogni di Simone Annichiarico e gli speciali di Mentana). Abbiamo forse parlato poco di Rai4 e Rai5, effettivamente dotate di programmazioni meritevoli d'essere notate.

Tirare a campare, ecco come si è registrato per il resto, come è solito che le reti generaliste facciano durante questo periodo che, lo si dice da prima che l'estate cominciasse, lo si dice più che altro da sempre, dovrebbe essere il luogo, il momento della sperimentazione, del tentativo di provare nuovi programmi e progetti. Molto semplicemente sviluppare delle idee. Se ciò sia mai accaduto, le giovani generazioni fanno fatica a ricordarlo ed è questo disinteresse, l'eccesso di sicurezza nel proprio seguito, che comporta la bassa qualità media cui assistiamo d'inverno. Può essere questo uno dei motivi del progressivo indebolimento cui la televisione può andare incontro come mezzo di comunicazione.

Avremmo consigliato ai lettori un buon libro se il dovere non fosse stato un altro, o andare semplicemente a passeggio, se proprio di Olimpiadi non se ne fosse voluto sentir parlare. Resta chiaro che guardarle, soprattutto in assenza di altro, non sarà stato assolutamente un peccato. Ora ci si dovrà preparare alla fatica vera: almeno quindici giorni di nulla assoluto, salvo quei pochi segni di decenza. Anche se da ieri, con tutta la mucillagine a seguito, è tornato il calcio

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