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Napoli, il silenzio stampa che irrita la Rai e pure noi

I partenopei perdono il trofeo-amichevole con la Juve. La resa obbrobriosa della Tv è penalizzata dal silenzio stampa degli sconfitti, visti i presunti torti arbitrali. La reazione di fastidio non è solo della Rai, ma pure di qualche appassionato.
A cura di Andrea Parrella
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Juventus vs. Napoli - Finale Supercoppa Italiana 2012 - Stadio Bird's nest di Pechino

Il disappunto sul viso di Enrico Varriale a fine partita era palese. Il Napoli ha annunciato silenzio in conseguenza agli errori arbitrali da cui sarebbe scaturita la sconfitta in Supercoppa Italiana, che vince la Juventus. Il silenzio stampa, la Kryptonite del giornalismo. Indubbio che il più incazzato fosse proprio lui, Varriale, lì a prendersi la pioggia in testa senza portare a casa altro che dichiarazioni di rito dei vincitori, volte a celebrare un successo sportivo che lotta contro le difficoltà interne al club (la squalifica di Conte e le assoluzioni in extremis di Bonucci e Pepe). Nessuna polemica o toni alterati perché quelli che hanno parlato non ne avevano motivo alcuno. Non un solo accenno di contestazione perché chi era chiamato a farla, la contestazione, era chiuso negli spogliatoi.

Inutili trofei – Da un paio d'anni, in una giornata di metà agosto siamo costretti a sorbirci lo spettacolo inutile di una partita mezza insignificante, caricata di superflua importanza (per la Supercoppa non esiste nemmeno un titolo, il più consono sarebbe Supercampione d'Italia). E' trasmessa ad un orario impossibile di primo pomeriggio, giustificato dal fatto che qualcuno abbia avuto il lampo di genio di farla giocare a Pechino (vanificando anche l'unico motivo del calcio, i tifosi). La qualità video è da ridere, l'audio somiglia ai collegamenti anni '80 di Piero Angela, in diretta da Cape Canaveral per le missioni spaziali.

Il resto è sempre Rai – Sempre lei, rimasta al palo per un ammodernamento non pervenuto, che ha pure promosso un nuovo commentatore tecnico per le telecronache: si tratta di Mario Somma, dalla netta cadenza laziale, non particolarmente incisivo nelle sue analisi tecniche. A tutto questo si aggiunge la sfortuna, un silenzio stampa che impedisce alla Rai di poter approfittare del trend di una polemica che potrebbe rivelarsi aperitivo e al contempo portata principale della prossima stagione calcistica.

Ma il motivo dei silenzi? – In tutto questo non si capiscono i silenzi stampa. Nello specifico lo schema è: se la Juve non paga gli arbitri, gli arbitri fanno di tutto perché si pensi il contrario; ma se la Juve, in alternativa, dovesse ancora reiterare nel vizio di famiglia comprandosi i giudici di gara e se il Napoli, come tutti quelli che ci giochino contro, dovesse essere così ciecamente convinto che la cosa accada, tanto da sentirsi in diritto a disertare la cerimonia di premiazione per protesta, allora non si capisce perché la Juve sia accettata in questo campionato.

Bando al vittimismo – Che chi pensa male della Juve abbia il coraggio di rifiutarsi ad essere in competizione, non accettare un confronto che conosce già come sleale (è un monito per i tifosi avversi a priori alla Juve). Si smettano i panni del vittimismo, di nascondersi dietro una rapina subita quando si era entrati in campo già guardinghi, sospettosi, tenendosi ben stretta la borsa tra le mani. Altrimenti si accetti la sconfitta, perché più di uno scandalo è fastidioso percepire che gli addetti ai lavori avvertano che qualcosa di marcio persista nell'esserci, senza nulla fare per debellarlo, tranne quel singolo che accenna ad un lamento quando viene occasionalmente penalizzato. A queste condizioni ci sentiamo raggirati tutti, tutti noi che seguiamo.

Si invita la gentile Rai.. – Infine si proporrebbe alla Rai di scindere ogni accordo per la trasmissione della Supercoppa italiana. Potrebbe organizzare un trofeo estivo intitolato ad un pioniere dell'azienda in nome della rivincita della finale di Coppa Italia (la Supercoppa lo è quasi sempre). E che magari la organizzi in Italia, al massimo in Corsica se proprio si ha voglia di esotico. I soldi spesi per Pechino li si potrebbe sfruttare per altro.

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