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C'è posta per te 2019

C’è Posta per Te e l’omosessualità, come Maria De Filippi sfida i pregiudizi da anni

Da anni Maria De Filippi ha sdoganato il tema dell’omosessualità nel popolarissimo people show del sabato sera. Con la storia di Denise e Deborah “C’è Posta per Te” si conferma ancora una volta un programma in cui le storie “strappalarcime” convivono con vicende in cui emerge la cifra progressista della trasmissione.
A cura di Andrea Parrella
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È destinata a far discutere la storia di C'è Posta per Te andata in onda nella puntata del 19 gennaio, con protagonista Denise, una ragazza respinta dai genitori e dalla famiglia a causa della sua omosessualità e della scelta di sposarsi con la sua compagna, Deborah.

Una storia nella quale ad avere una funzione determinante è stata, manco a dirlo, la conduttrice, impegnata in un'opera di persuasione sui genitori e il fratello della ragazza a tratti asfissiante, con il risultato finale di averli convinti ad abbracciare la ragazza e prendere parte alle sue nozze.

Abituati come siamo a questo approccio della De Filippi, potremmo dare per scontata una componente del popolare show del sabato sera che di scontato non ha nulla. A rendere "C'è posta per te" un programma fuori dal comune, indifferente al passare del tempo e senza termini di paragone concreti nell'ambito televisivo italiano, è forse la caratteristica di essersi trasformato con gli anni in un programma in cui storie dal pesante carico emotivo, semplifichiamo con "strappalacrime" , riescano a convivere con vicende in cui emerge la cifra progressista della trasmissione. La De Filippi applica questa azione che potremmo definire educativa su un pubblico per definizione popolare, masse tutt'altro che elitarie, determinando un effetto socio culturale molto interessante. Accade spesso, infatti, proprio come accaduto nel caso di Denise e Deborah, che la trasmissione si trasformi in un ecosistema all'interno del quale la riverenza e la devozione per la conduttrice inducono i protagonisti delle storie, il più delle volte già fedeli spettatori, a cedere rispetto a pregiudizi e convinzioni retrograde (con il tabù dell'omosessualità a farla da padrone tra questi), solo ed esclusivamente in nome del rispetto provato nei confronti di Maria. Non li convince il concetto, sembra piuttosto che li convinca Maria.

Quella di Denise e Deborah non è la prima storia raccontata da C'è Posta per Te in cui si tratta l'argomento dell'omosessualità. L'argomento è stato sdoganato anni fa dal programma di Canale 5, con una trattazione che si è molto spesso intrecciata a storie familiari particolarmente complesse e, dettaglio tutt'altro che irrilevante, legate a contesti geograficamente localizzabili nel sud Italia. Tanti i casi in cui il people show del sabato sera della De Filippi si è occupato di discriminazione ed emarginazione, ma forse alcune si distinguono per essere state particolarmente significative.

La prima storia di questo tipo risale probabilmente al 2014, con Laura Pausini a fare da testimone alla vicenda di Antonio e Andrea, che dopo diverse vicissitudini e incomprensioni si ritrovarono in studio, lasciandosi andare ad un bacio piuttosto eclatante, vista la sensibilità comune sul tema al tempo. Anche in quel caso la benedizione della De Filippi significò molto da un punto di vista simbolico, in ottica di apertura mentale su certi temi.

Altrettanto significativa la storia del 2016, quella di Matteo e Francesco, di cui fu testimone Alessandra Amoroso. Il racconto della loro vicenda in prima serata riuscì a suscitare un certo scalpore, confermando come la televisione, specie quella di matrice defilippiana, continui ad avere una certa influenza potenziale sul progresso culturale e sociale in termini di tolleranza rispetto a determinate tematiche.

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