Se n'è andato senza salutare nessuno, squalificato dopo aver violato le norme di distanziamento social abbracciando sua moglie. L'uscita di Alex Belli dal Grande Fratello Vip mette fine (forse) a una telenovela apparentemente infinita in cui i piani del finto e del vero si sono mischiati e mimetizzati. Ha fatto il lavoro sporco, Alex Belli, per tre mesi si è caricato sulle spalle l'odio di una nazione (quella che guarda il Grande Fratello Vip), tenendo in piedi il reality show di Canale 5 quasi da solo.
Possiamo girarci attorno, ostentare il voltastomaco nei confronti di una pantomima alimentata per settimane, ironizzare sul suo tono di voce impostato e così poco autentico, scomodare i paragoni con Centovetrine e tutte le soap possibili. La verità è che per circa 100 giorni e 27 puntate, Alex Belli ha fatto il bello e il cattivo tempo, dentro e fuori la Casa del Grande Fratello.
Ha sbagliato? Difficile immaginare che Alfonso Signorini, colui che da studio nel corso della 27esima puntata pronunciava parole giudiziose nei confronti di Belli, sottolineando che la verità viene sempre a galla, guarderebbe con medesimo disgusto i punti di share garantiti dalla telenovela messa su dall'attore in queste settimane.
Se oggi, dopo oltre 20 anni di reality in cui la televisione ce ne ha mostrate di cotte e di crude, i telespettatori non hanno ancora sviluppato un senso di sospensione di incredulità, tocca farsi qualche domanda: siamo ancora a questo punto? Siamo davvero fermi al dubbio su quanto sia vero quello che accade in questi programmi e quanto ci sia di recitato? Giudichiamo ancora il Grande Fratello con la stessa ingenuità di chi non capisce se quello che si sta vedendo sia reale o architettato, progettato, studiato e confezionato in favore di telecamera? Forse il calendario segna ancora l'anno 2000 e chi scrive non se n'è accorto.