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Vittoria Schisano offesa da Serena Bortone, ma l’intervistat* non decide l’intervista

Dal brutto momento di televisione andato in onda su Rai1 a Oggi è un altro giorno possono scaturire varie interpretazioni, ma c’è da dire che l’ospite, legittimata a percepirsi offesa per una scelta editoriale infelice, non può pensare di far saltare il banco per questo motivo. Chi accetta di raccontarti in un’intervista si prepara a certi imprevisti e, semmai, li sfrutta a proprio favore.
A cura di Andrea Parrella
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Si parla da ore dello screzio tra Vittoria Schisano e Serena Bortone a Oggi è un altro giornoil programma del pomeriggio di Rai1. Il momento ha generato uno scontro tra fazioni, ma chi scrive premette con sincerità di essersi infastidito per la condotta di entrambe. Ripercorriamo brevemente quello che è accaduto.

Nel corso dell'intervista va in onda un filmato tratto da un film di Antonio Albanese di alcuni anni fa in cui l'attrice recitava la battuta "sono un uomo, sono un femminiello". Estratto brevissimo, che in effetti pareva orientato esclusivamente a servire sul piatto d'argento una domanda sul suo passato e sul cambio di sesso di Vittoria Schisano.

Tornati in studio l'ospite contesta la scelta editoriale, dicendo di non aver apprezzato quel filmato e di non sapere che sarebbe stato proposto quel contenuto: "Quel film l'ho fatto perché come tutti devo pagare il mutuo, ma avevo chiesto all'autrice di poter andare avanti e di non restare sempre nel ruolo di Vittoria che prima era Giuseppe". Serena Bortone, in evidente imbarazzo e infastidita dall'atteggiamento di Vittoria Schisano,  prova a gestire la situazione con una certa difficoltà, finendo per apparire a sua volta sgradevole e poco comprensiva nei confronti della sua ospite, difendendo il lavoro dell'autrice che si era occupata dell'intervista e ricordando a Schisano che il meccanismo del programma è noto e che le sue interviste vanno sempre a scavare nel passato degli ospiti, come ogni contenitore di questa tipologia, d'altronde.

Veniamo al punto ineludibile della questione: a dispetto del dimenticabile momento televisivo e del legittimo diritto di Vittoria Schisano di non piacersi in quella scena, non è l'intervistat* a decidere l'intervista (dove l'asterisco è indicato per partire da questa vicenda e trattare la questione in senso generale). Se si vuole che ci sia un grado minimo di spontaneità, è impossibile credere che si studino a tavolino domande e temi e soprattutto che sia la persona chiamata a raccontarsi a scegliere quali i temi e le domande debbano essere. Al massimo le due parti si parlano e si vengono incontro. Difficile pensare che Vittoria Schisano si fosse recata negli studi Rai senza pensare che un'intervista a tutto tondo sulla sua persona potesse eludere il tema del cambio di sesso, che peraltro è stato tema centrale nel corso della sua partecipazione recente a Ballando con le stelle e che, d'altronde, fa parte della sua vita. Non ha certo detto in modo esplicito di non volerne parlare, ma col suo alludere all'idea di andare avanti e non tornare indietro ha restituito questa impressione.

La scelta editoriale discutibile di mostrare quella scena del film per parlare di un tema, nello specifico molto delicato e che avrebbe richiesto tutt'altra sensibilità à appartiene a un livello di analisi secondario. Si parla di televisione e chi accetta di esporsi deve predisporsi agli imprevisti, magari criticando lo stile del programma e provando a sfruttare una scelta editoriale sbagliata per ribadire il modo retrivo di affrontare un tema complesso e attuale, ma non facendo saltare il banco. Esattamente quello che è successo a Oggi è un altro giorno.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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