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Trauma da fine serie tv: scatta la sindrome dell’abbandono

Uno studio della State University dell’Ohio, rivela che la fine di una serie tv provoca dolore e angoscia nel telespettatore affezionato.
A cura di Marianna D Onghia
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Chissà quale sarà stata la reazione dei fans di Lost, alla fine della serie tv, e quale sarà quella degli appassionati di Dr.House, da poco venuti a conoscenza che l'ottava serie sarà l'ultima del telefilm americano.  Certo, i fans della prima serie tv su citata saranno stati contenti di sapere cosa è successo ai protagonisti di Lost a fine serie, ma fino a che punto queste notizie riscatteranno la fine della loro passione televisiva?

Uno studio della la psicologa Emily Moyer-Guse, docente alla State University dell'Ohio, tenendo sotto osservazione un campione consistente di universitari, sottoposti alla visione delle loro serie tv preferite, ha potuto registrare ogni cambiamento emozionale che ha coinvolto le "cavie" di questo esperimento alla conclusione dei telefilm. La singolare ricerca ha seguito due binari, che rappresentano gli approcci più frequenti verso i personaggi di una serie: c'è chi si sente profondamente legato ai protagonisti, come se con il tempo assumessero l'importanza di un amico o di un parente, e altri soffrono della sindrome dell'abbandono, scaturito dall' uscita di un personaggio dal telefilm o alla fine della serie stessa.

In entrambi i casi, il tragico o felice "The end" suscita angoscia nel telespettatore, che ha seguito con passione e trasporto le vicende, entrate a far parte della sua vita come episodi da raccontare o condividere con gli altri. Il distacco dai personaggi, come quello a cui dovremo abituarci con la fine dell'esistenza di Mr.Bean, provoca dolore nel fan della serie, che sente rescissi dei legami importanti: l'entità di questi disturbi non è paragonabile all'intensità con cui le vere separazioni vengono percepite, ma ha comunque una sua consistenza. E' la così detta "sindrome da fine serie tv".

Il disturbo è estendibile anche per i film: quante volte vi sarà capitato di appassionarvi così tanto alla trama di una pellicola, da sentire un vuoto alla fine della trasmissione in sala o di sentirvi sospesi come in un'altra realtà, poichè le scene vi hanno sbalzato  in un'altra atmosfera. La potenza delle immagini, delle emozioni, delle voci e la corrispondenza tra situazioni reali e televisivo-cinematografiche (non nelle dinamiche) ricrea un mondo parallelo o un mondo nel proprio mondo: è eccezionale quanto possa lasciare il segno la scena di un film o una ripresa tv ed è indubbio che sia capitato ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita.

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Parliamoci a cuore aperto e rispondiamo a questo breve test per capire se abbiamo sofferto di "sindrome da fine serie tv" o da "cambiamento di copione":

  • Hai mai minacciato di non guardare più Beverly Hills 90210 dopo l'uscita di Brenda Walsh (Shannen Doherty) dalla serie?
  • Hai provato rabbia per il finale (poco chiaro) di Lost?
  • Sei stato/a assalita dall'angoscia quando gli attori di Friends hanno preso l'ultimo caffè al Central Perk?
  • Ti ha urtato la notizia che l'ottava serie di Dr House sarà anche l'ultima?
  • Hai spento furibondamente la tv quando hai visto l'ultima scena di Sex and The City?
  • L'uscita di Alessandra Mastronardi dal cast de I Cesaroni ti ha scoraggiato nel continuare a vederli?
  • Un medico in famiglia non è stato più lo stesso dopo l'abbandono di Lino Banfi?

Potremmo continuare all'infinito, ma abbiamo scelto solo alcuni casi di rappresentanza che hanno di certo lasciato un'impronta significativa nei telespettatori. Fate il test e riscontrate da soli se la teoria della psicologa Emily Moyer-Guse è giusta e ne è valsa la pena diffonderla nel mondo per farci sentire un pò meno soli nel prossimo finale di stagione indesiderato.

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