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Opinioni

Su Vanessa Incontrada e sui giudizi che hanno un peso

Vanessa Incontrada si mette a nudo sulla copertina di Vanity Fair e lo fa per parlare in primis a loro, alle donne. Mostra ogni cm della sua pelle, ci mette la carne e non solo la faccia, ogni cm di quel “grassa” che ha letto negli occhi di molti e ha visto scomparire dalla bocca di tutti. Al di là di tutto, da apprezzare non è tanto il coraggio di mostrare un corpo burroso quanto quello di esporsi al peso dell’ennesimo giudizio usando l’arma di seduzione più grande che si possa possedere: la testa.
A cura di Eleonora D'Amore
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Vanessa Incontrada si mette a nudo sulla copertina di una delle riviste al femminile più acquistate d'Italia e lo fa per parlare a loro, alle donne. Mostra ogni cm della sua pelle, ci mette la carne e non solo la faccia, ogni cm di quel "grassa" che ha letto negli occhi di molti e ha visto scomparire dalla bocca di tutti. Grassa è una parola tabù perché ha acquisito il significato di brutta, sgradevole, poco desiderabile, in base a un canone estetico che punta a una strana omologazione, tarata sulla taglia 40.

In un film cult dei primi anni 2000, Il diavolo veste Prada, si assiste a questo tipo di discriminazione e, in parte, di demonizzazione over size: Andy, aspirante giornalista arrivata a New York in cerca di fortuna davanti la tastiera di un quotidiano, si imbatte in Runway e si scontra con questi stereotipi di bellezza. E se inizialmente cerca di essere il germe cellulitico innestato in un sistema ipocalorico, poi capitola e festeggia la taglia 40 stappando lo champagne.

Meraviglioso film a parte, è la solita distorsione. È respingere la zuppa di mais per sgranocchiare due carote al fine di compiacere lo sguardo di chi incrocia il proprio corpo e quello della dea moda, decisamente inclusiva con le longilinee. È la flessione del piacersi subordinata al piacere altrui, qualcosa che può generare un profondo disagio, più di quello che si immagini. Lo stesso che più volte ha raccontato Vanessa, quando per un attimo ha cercato di lasciare la Incontrada a casa.

"Viviamo in un mondo cretino, io la inizio al dieta ma poi mi stanco subito" ha sentenziato, beccandosi una meritata standing ovation. E gli applausi non dovrebbero andare al suo essere fiera di un corpo burroso, quasi come fosse un handicap, bensì alla capacità di affermazione di un modo di essere che non è replicabile. Non esiste un'altra Vanessa, la sua forza è racchiusa in una personalità che straborda e per questo tipo di eccesso, per fortuna, non sono previste restrizioni. È inevitabile che la capacità di prendere distanza dal giudizio, dalla critica, dalla sottolineatura con la penna rossa, dal retropensiero sul concetto di interesse nel muoversi in un ‘mercato' (in primis per la moda) sensibile e in grande ascesa, quello delle curvy, che oggi hanno una meritata e paritaria attenzione, deriva da una serie di fattori mentali ed emotivi che le hanno consentito di mantenersi sana, non contaminata, libera.

Ed è per questo che oggi più che considerare le classiche aspirazioni da mannequin o spostare il dibattito sulla legittimità del mangiare (come fosse l'unica costante per ingrassare, altra gigantesca banalizzazione), bisognerebbe vedere in questa immagine di lei nuda in copertina una scelta, quella di una donna che si è esposta al peso dell'ennesimo giudizio con un alert, usando l'arma di seduzione più grande che si possa possedere: la testa.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, sono Caposervizio dell'area spettacolo a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Cinefila e appassionata di tv, nel tempo libero mi alleno a supportare un cognome impegnativo. 
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