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Sex Education 2, la recensione: se l’amore è amore

La recensione di Sex Education 2. La seconda stagione è appagante e divertente, ma non mancano i momenti in cui tocca tirare fuori i fazzoletti. La seconda stagione della serie Netflix mantiene le aspettative e continua a parlare di sesso senza falsi moralismi. La lezione più importante è sempre la stessa: love is love, l’amore è amore. Solo su Netflix, dal 17 gennaio 2020.
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Sex Education 2, finalmente. La seconda stagione, che si compone di 8 episodi, sarà disponibile dal 17 gennaio 2020 solo su Netflix. L’aspettavamo con grande ansia. Non a caso l’avevamo inserita tra le serie migliori del 2019. Non perde nulla dei suoi tratti distintivi. Anche in questa stagione ci sembra ancora che i protagonisti vivano un presente alternativo: ci sono gli smartphone, c’è la tecnologia ma quasi non te ne accorgi perché tutti scrivono ancora sulla carta con la penna. E ci sono le radiosveglia sui comodini, si gioca a Monopoli, si va in giro a campeggiare e i look sono così anni Ottanta, che a quel punto ti spieghi che è questa la ricetta giusta per  un ‘teen drama’ universale. C'è anche un gradevolissimo cameo di Ornella Muti, ma non riveleremo nulla per non fare spoiler.

Sex Education 2 non è solo un teen drama

Ma è corretto considerare Sex Education 2 un “teen drama”? Si e no. Di certo, parla ai ragazzi, our future, con una franchezza e una sincerità che è difficile trovare in giro. La sessualità non ha falsi moralismi in Sex Education 2, mai. È appagante assistere agli snodi narrativi dei protagonisti, così come a quelli dei tanti personaggi secondari che trovano maggiore spazio in questa seconda stagione. Il talento del cast, la sua varietà, la scrittura così affascinante (ringraziamo Laurie Nunn e il suo team) non fa perdere nemmeno un colpo alla serie che, quasi naturalmente, si è evoluta maturando. E la lezione è questa: scoprire la propria sessualità, senza compromessi e senza mentire a se stessi, porta all’amore.

Dovrà arrivare alla soluzione finale il protagonista Otis (Asa Butterfield), che ha finalmente superato il blocco, scoprendo il piacere della masturbazione e adesso è pronto per il passo successivo. Ma il conflitto è tra una compagna che non è quella giusta, Ola (la bravissima Patricia Allison in un ruolo non semplice) e la sua partner in affari, Maeve (Emma Mackey), che corrisponde il sentimento ma non esce dal guscio. A complicare le cose, la presenza sempre più invadente di mamma Jean (fantastica Gillian Anderson), che si ritrova titolare legittima dell’ufficio di consulenza sessuale “ufficiale” del liceo, dopo essere stata chiamata per risolvere le cose in seguito a una violenta epidemia di clamidia.

Il consiglio che ci dà Sex Education 2

Dicevamo di un cast vario, talentuoso, veri fenomeni. Come Connor Swindells, interprete di Adam, il bullo della scuola cacciato dal padre e costretto a una vita militare. Nella prima stagione scopre il suo conflitto interiore: l’attrazione per gli uomini. L’evoluzione del suo personaggio è forse la più amorevole e coinvolgente tra tutte. L'avvio della risoluzione al conflitto di Adam è in una scena in particolare – è quella in foto – che vale tanto e che strapperà un tenero sorriso, magari un tuffo al cuore. Altrettanto importante la crescita del personaggio di Eric (Ncuti Gatwa), ormai nel pieno della sua consapevolezza sessuale. Love is love. L’amore è amore. Questa è la lezione più importante che possiamo tirare fuori da Sex Education 2. Solo retorica? Ma no. Il mondo gira su questioni semplici: darsi alla vita e non risparmiarsi mai.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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