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Sanremo con l’Ariston vuoto è un flop, alla fine aveva ragione Amadeus

Gli ascolti negativi della prima serata del Festival di Sanremo sono lo specchio di uno spettacolo menomato dall’assenza del pubblico in sala. Fattore che in molti, nelle settimane di polemiche che hanno preceduto il Festival, avevano derubricato a semplice elemento di decoro. Non è così, a Sanremo il pubblico è importante quanto il conduttore e Amadeus lo aveva detto, prima di essere accusato di fare i capricci.
A cura di Andrea Parrella
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Un Sanremo si può valutare sulla base di diversi parametri, ma alla fine della fiera quello degli ascolti è il criterio di valutazione che sovrasta tutti gli altri. Soprattutto se è particolarmente negativo, come quello degli ascolti della prima serata di Sanremo 2021. Una media di 8.363.000 telespettatori e il 46,6% di share, netto calo rispetto allo scorso anno, nonostante si fosse dato per scontato un boom di spettatori in virtù di lockdown e coprifuoco, dettaglio questo che rende il risultato ancora più deludente. Flop innegabile, al quale Amadeus e Fiorello proveranno a porre rimedio nelle prossime serate, per quanto la storia di Sanremo racconti che è difficile invertire certi trend.

Quando le cose vanno male tocca capire perché e certamente il tema degli ascolti bassi sarà oggetto delle conferenze stampa dei giorni a venire. Dopo questa prima serata, però, una cosa possiamo dirla con certezza: abbiamo sottovalutato il pubblico. Il pubblico in sala, si intende, quello sul quale si è discusso per settimane e che alla fine si rivela il fattore che ha affossato l'intrattenimento. Uno spettacolo, quello di Sanremo, per ovvie ragioni silenzioso, vuoto, che Amadeus e Fiorello hanno provato a ravvivare in tutti i modi, tentando una specie di miracolo senza grandi risultati. Impossibile fare uno spettacolo di intrattenimento quando non hai nessuno da intrattenere, quando non c'è qualcuno pronto a ridere, applaudire, fischiare, contestare, perfino addormentarsi. A Sanremo il pubblico conta quasi quanto chi conduce e – come avevamo scritto settimane fafa parte della grammatica televisiva del Festival.

Nelle settimane di convulse polemiche che hanno caratterizzato la vigilia di questo Festival, si è invece commesso l'errore di ridurre il pubblico in sala a semplice orpello, elemento inessenziale di una messa in scena che avrebbe avuto ugualmente senso in ragione della situazione di crisi. Qual è il problema? Tutto è chiuso ed è chiuso anche l'Ariston, si diceva, dando sfogo ad un raro esempio di populismo sanremese sull'onda delle proteste, pur legittime, per i teatri chiusi. Ma la verità è che Sanremo ha bisogno di spettatori esattamente come uno spettacolo teatrale e, a parere di chi scrive, si doveva fare con il pubblico o non si doveva fare. Aveva ragione Amadeus, che però si è trovato costretto a rimangiarsi quello che in molti avevano derubricato a capriccio. Siamo tutti bravi a parlare ex post, ma questa era un'istanza sensata, che andava considerata mesi prima, probabilmente quando si decideva se fare o meno il Festival. La macchina però era partita, la Rai non avrebbe mai rinunciato a Sanremo ed è per questo che oggi siamo qui riuniti ad analizzare la sconfitta.

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