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Sanremo 2021 e la pandemia: le lacrime di Fiorello, la città morta e la conta dei sopravvissuti

Lo speciale di Rai1 Sanremo 70+1 ha raccontato i retroscena del Festival di Sanremo 2021, mettendo in luce le difficoltà che Amadeus, Fiorello e tutti gli addetti ai lavori hanno dovuto affrontare per andare in onda: le lacrime, i momenti di paura e sconforto, il rischio che la finale vedesse un cambio alla conduzione o saltasse del tutto. Ecco i retroscena dell’evento.
A cura di Daniela Seclì
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Rai1, con lo speciale Sanremo 70+1, ha ripercorso le tappe salienti del Festival di Sanremo 2021. Un evento flagellato dalla pandemia. Amadeus e Fiorello non hanno potuto contare sul calore del pubblico, gli artisti si sono esibiti davanti a una sala vuota, gli addetti ai lavori temevano che un tampone positivo potesse compromettere il lavoro di mesi e i giornalisti si aggiravano in una città vuota.

Le lacrime di Fiorello per la figlia

Uno dei momenti più significativi del Festival di Sanremo 2021, che è stato raccontato anche nel corso dello speciale Sanremo 70+1, è avvenuto in sala stampa. Una giornalista chiese a Fiorello come stesse vivendo la pandemia da padre. Lo showman ha una figlia, Angelica, e non riuscì a nascondere la sua commozione:

"Male. Mi fa dolore. Ho una figlia adolescente e mi fa dolore. Io mi commuovo perché si stanno perdendo l'età più importante e bella della loro vita. Si stanno perdendo delle cose che non torneranno. Alla loro età per me, il momento più bello della vita era la ricreazione, il film al cinema il pomeriggio, aspettare la più bella della Terza C. Sapere che a mia figlia, appena diventata adolescente, tutto questo è stato negato…non me ne faccio una ragione".

Fiorello, poi, disse che nel dolore della figlia vedeva quello di tutti i giovani. Che soffriva nel pensarli chiusi in casa: "La cosa mi fa ancora più dolore perché si stanno abituando e questa è una cosa terribile. Mia figlia non è più abituata a uscire di casa. Si sentono smarriti. Non sono più abituati a vivere la vita. Questo per me e per tutti i genitori è un dolore. Sto soffrendo con loro. Non posso vedere una ragazzina di 14 anni chiusa in casa dalla mattina alla sera". Poi, in lacrime, lasciò la sala stampa.

Il rischio che la finale non andasse in onda

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Paola Sciommeri, direttore di Rai Teche, ha svelato che la finale ha rischiato di non andare in onda e ha rimarcato come ogni giorno convivessero con la preoccupazione di perdere la preziosa collaborazione di membri del gruppo di lavoro. Il momento della "conta dei sopravvissuti" incuteva particolare timore:

"Ogni giorno quando arrivavamo al momento della sigla dell'Eurovisione, facevamo la conta, per vedere se c'eravamo tutti, se eravamo tutti sopravvissuti alla giornata di controlli, tamponi, tracciamenti, fatica, stanchezza ecc… Quando partiva la sigla, sapevamo che in qualche modo anche in quel giorno stavamo ormai affrontando la discesa. L'ultima sera c'è stato un momento di panico, perché c'è stato un caso di positività che poteva mettere a rischio la stessa conduzione. Fino alle 19:30 non sapevamo come e se saremo andati in onda. Abbiamo sperato che Fiorello e Amadeus non risultassero positivi, non avevamo un piano B".

Quella sera, poco prima della diretta, Fiorello avvilito se ne stava con la testa tra le mani seduto sul palco: "Sono terrorizzato, stasera sarà una débâcle". Per fortuna, tutto è andato per il verso giusto e la finale è andata in onda incoronando vincitori i Maneskin con Zitti e buoni.

Sanremo 70+1, non farlo era impossibile

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Tra le voci che hanno dato il loro contributo allo speciale anche quella di Claudio Fasulo. Il vicedirettore di Rai1 ha spiegato di non avere mai preso in considerazione l'idea di non fare il Festival di Sanremo 2021:

"Io non ho mai pensato che non avremmo fatto questo Festival. Sarebbe stato disastroso per l'azienda, sarebbe stato disastroso per l'Italia, perché comunque sia il festival ha un ruolo sociale indiscutibile. Può piacere o non piacere, ma la priorità nella società, nel costume italiano, del Festival di Sanremo è indiscutibile. Il momento di maggiore criticità è stato quello in cui ci siamo resi conto che non avremmo più avuto il pubblico. Questo ha creato uno sbandamento".

Lo scenografo Gaetano Castelli, ha descritto il silenzio surreale che aleggiava su Sanremo nei giorni del Festival: "Non era la Sanremo che conoscevamo. Era una città un po' morta, come del resto l'Italia. Uscivo fuori e mi rendevo conto che non c'era il calore umano". Walter Santillo gli ha fatto eco: "Magari prima ci lamentavamo perché c'era troppa gente, i bar erano pieni, perché non riuscivamo neanche a prendere un caffè. Ora quella normalità ci manca". Non resta che attendere il Festival di Sanremo 2022, sperando che per allora la pandemia non faccia più così paura.

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