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Report su Rai 3: la puntata sui social network e il mondo della condivisione

La puntata di Report sul mondo della condivisione digitale sui social network come Facebook, Twitter e derivati: la privacy esiste davvero?
A cura di Eleonora D'Amore
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milena_gabanelli

La nostra privacy è davvero al sicuro nel mondo del web 2.0? Esiste ancora un diritto di privacy nel fantastico mondo della condivisione? Riusciremo a preservare degli angoli della nostra vita dagli occhi indiscreti della rete?

Queste e tante altre domande sono state sollevate nell'ultima puntata di Report su Facebook, appuntamento della domenica sera alle 21.30 su Rai 3 e a cura della giornalista Milena Gabanelli. Nel corso della puntata del 10 aprile 2011, si è focalizzata l'attenzione sul mondo dei social network, da Facebook a Twitter, per poi analizzare a fondo i pericoli nascosti in giro su internet.

Furti d'identità, password clonate, profili falsi, foto rubate, sono solo alcuni degli aspetti rimarcati nel video, valorizzato dalle testimonianze di varie vittime cadute nella rete: dalla mamma che ha caricato il video della sua bimba su youtube per mostrarla ai parenti lontani (ma che alla fine se l'è vista apparire nella trasmissione Jekyll di Italia 1 senza aver rilasciato alcuna autorizzazione) alla studentessa vittima di un furto d'identità su Facebook (tramite la sottrazione indebita delle foto) fino ai classici problemi di clonazione password su Gmail (con conseguente invio "spammoso" e fraudolento a tutta la lista di amici).

Un insieme di cose a tratti davvero esagerato e vissuto come tale dal popolo del web, insorto contro i contenuti mostrati nel corso della puntata "il prodotto sei tu", considerata immotivatamente esasperata in molti aspetti, e deluso dalla scelta giornalistica della Gabanelli, che a quanto pare li avrebbe "gabbati" nell'esporre con tanta superficialità un argomento così complesso.

"La Gabanelli e Report nemici di internet": questa l'accusa sollevata a gran voce durante la serata televisiva, vissuta in parallelo proprio su quei social network posti dietro al banco degli accusati e, a quanto pare, assolti da coloro che li vivono tutti i giorni. Persone che ci lavorano o che vi trascorrono parte del loro tempo per puro diletto, stanche di essere rallentate nella corsa tecnologica da questi slanci di informazione a tratti un pò troppo scontata.

Voi che ne pensate?

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