Raitre tenta un grido, nessuno sente
Non è una notizia, ma una constatazione che da notizia vuole vestirsi. Si sa bene che a La7 la rivoluzione degli ultimi tempi non è attribuibile ad altro che alla scelta di riempire un buco: quasi nessuno dava notizie, loro hanno deciso di darle. Il passaggio annunciato di Cristina Parodi verso quella sponda è un altro esempio di questa impostazione da rive gauche che la rete di proprietà Telecom ha assunto di recente. Alla Rai sono rimaste le briciole, un po’ per volontà, un po’ per risorse. Lo sforzo della terza rete di fungere da avamposto informativo, a dispetto delle difficoltà, è encomiabile. In autunno si è dovuta affrontare l’emorragia di utenza in virtù della dipartita di Serena Dandini, la testata giornalistica chiese di assumersi la responsabilità di riempirne il vuoto. Ci prova, non è poco.
Ma un dubbio si fa strada: fatta eccezione per le due mosche bianche, Report e Presa Diretta, che di Raitre sembrano essere solo una costola e non il corpo, ci si chiede il perché dell’anima istituzionale che contraddistingue ancora questa informazione. Ci si interroga sulla mancanza di lungimiranza. La considerazione è di stampo mediatico, non deontologico e professionale. È un fatto che la risoluzione tecnica del governo abbia comportato un generale disinteresse verso figure politiche ormai impotenti. Detto ciò come si spiega la miopia di Giovanni Floris nell’avallare ancora uno schema quadrato di battibecco bipartisan – sobrio perché tecnico, ma sempre battibecco – ignorando, di fatto, l’esigenza del telespettatore?
Che senso ha che Linea notte, dedicato ad uno scientifico sunto dei fatti del giorno, inviti Cirino Pomicino(Cirino Pomicino!) e Gasparri(….!) per commentarli? Non si vuole far satira spicciola sui due, si parla della reazione che suscitino nel chi se li trova davanti. Che possa far parte di un progetto più grande, anestetizzante e regolatore, si può dire che sia un altro fatto. Un fatto al quale Raitre, chi ci lavora, con tutta la buona volontà, non può evidentemente opporsi. Tale conclusione, rende nullo tutto ciò che è stato scritto: una legge logica perde il suo valore di fronte ad una consuetudine che di logica sia del tutto priva. Restano gli elogi, anzi la solidarietà, verso sforzi profusi in silenzio, che difficilmente si noteranno.