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Polemiche per le 12 nomination degli Emmy a Bridgerton, l’ideatore: “Non è roba trash”

Pioggia di nomination agli Emmy Awards 2021 per la serie che, insieme all’altrettanto controversa Emily in Paris, è la candidata più discussa dei prestigiosi premi televisivi. Il creatore Chris Van Dusen, dal canto suo, se ne compiace: “Queste nomination sono il riscatto della letteratura rosa”.
A cura di Valeria Morini
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Dopo che il 13 luglio sono state ufficializzate le nomination agli Emmy Awards 2021, sui social si è scatenata una piccola e colorita polemica contro i titoli più inattesi tra i candidati. Parliamo di Bridgerton e Emily in Paris, due serie Netflix seguitissime ma che non sono esattamente amate dalla critica né raccolgono lodi sperticate da parte di chi ama le serie d'autore. Facendo un giro sui social si nota come le due produzioni siano salite in trend, con moltissimi commenti che hanno ironizzato (quando non protestato) sulla loro presenza ai prestigiosi premi televisivi americani. Bridgerton è candidata alla bellezza di 12 Emmy, tra cui miglior drama – al fianco di prodotti più "intellettuali" come The Crown o The Handmaid’s Tale – e miglior attore (Regé-Jean Page, idolo del pubblico femminile), mentre Emily in Paris figura tra i nominati come migliore comedy (qui la lista completa delle nomination agli Emmy 2021, incluse le categorie secondarie).

Parla Chris Van Dusen, il creatore di Bridgerton

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Ebbene, dopo le polemiche arriva l'eloquente commento dell'ideatore di Bridgerton, Chris Van Dusen, che ha commentato la valanga di nomination a Entertainment Weekly: "Credo che neppure Lady Whistledown avrebbe le parole giuste per esprimere davvero la meraviglia di questo momento. È qualcosa di enorme. È tanto per noi e siamo tutti fuori di testa per l'eccitazione". Spessa punzecchiata per la sua rappresentazione poco realistica del primo Ottocento inglese, dove la pruderie di Jane Austen ha lasciato posto a un erotismo soft, la serie più vista su Netflix nel 2020 (che proseguirà: Bridgerton avrà almeno altre tre stagioni) è tratta dai romanzi di Julia Quinn, scrittrice americana che peraltro di recente è stata colpita da una terribile tragedia famigliare. Van Dusen difende la sua serie e i neo-feuilletton da cui è tratta:

C'è questo equivoco secondo cui i romanzi rosa siano trash o usa e getta o che non possano essere scritti in modo intelligente. Questo non è vero, certamente non vale per i libri di Bridgerton. Quindi, spero che queste nomination rappresentino un po' il ripudio di questa convinzione.

Il caso Emily in Paris

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Il caso di Emily in Paris fa ancora più discutere, perché la serie con protagonista Lily Collins, incentrata sulle avventure parigine di un'americana modaiola in trasferta, fu già ampiamente criticata per essere finita tra le nomination ai Golden Globe. In quel caso si sospettò un atto di corruzione dei giurati, dal momento che alcuni di loro si godettero un viaggio sul set di Parigi con alloggio in un albergo a 5 stelle, offerto da Paramount (che produceva la serie prima che subentrasse Netflix). La giuria dei Globe è ora sotto accusa per episodi come questo, oltre che per sospetti di razzismo. Emily in Paris è tuttavia finita pure tra i nominati agli Emmy, senza bisogno (si spera) di pagare a qualcuno vacanze di lusso.

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