Perché non usano mascherine a C’è posta per te, la spiegazione di Maria De Filippi
Maria De Filippi è stata ospite di Fabio Fazio nella puntata di Che tempo che fa andata in onda domenica 10 gennaio. La celebre conduttrice, reduce dal successo della prima puntata della nuova edizione di C’è posta per te ha spiegato al collega e al pubblico di Rai3 il motivo dell’assenza di mascherine nello studio del popolare people show. A favorire la realizzazione del programma è stato innanzitutto il periodo scelto per le registrazioni. “Sono stata fortunata perché abbiamo registrato in gran parte in un periodo più favorevole”, ha spiegato Maria De Filippi. Come ogni anno, infatti, le storie di C’è posta per te vengono registrate a ridosso dell’estate.
Tamponi e isolamento per i protagonisti di C’è posta per te
Restano centrali i tamponi e l’isolamento per i protagonisti delle storie di C’è posta per te. “Vengono tutti tamponati, chiusi in un albergo sia chi riceve che chi manda la posta”, ha spiegato Maria De Filippi, “Quest’anno, quando c’è stato quello che c’è, non sapevamo. Quindi abbiamo fatto così: chi manda la posta veniva tamponato e chiuso; i destinatari, dopo avere ricevuto la posta, venivano tamponati e chiusi. Qualcuno è stato rimandato a casa. Non ci saranno ospiti internazionali”.
“A C’è posta per te chi ha perso i propri cari causa Covid”
La pandemia di Covid ha inevitabilmente investito anche la nuova edizione di C’è posta per te. Maria De Filippi ha anticipato a Fabio Fazio che alcune delle storie della nuova edizione racconteranno quanto accaduto in Italia e nel mondo nel 2020: “C’è posta cambia ogni anno perché viene fatto con le storie della gente. Ieri sera, ad esempio, andava in onda la storia di una ragazza che chiamava per il padre che non ha più un lavoro. Appartiene a un momento ben preciso. Quest’anno troverai persone che hanno perso i loro cari in terapia intensiva senza nemmeno poterli vedere”. E ha aggiunto:
Abbiamo la fortuna di ricevere tante richieste, ne riceviamo 600/700 al giorno. È un lavoro certosino. C’è una redazione che lavora tutto l’anno. Io vedo tutti gli ospiti che portiamo in trasmissione e in quel momento scegliamo le storie. Poi viene consegnata la posta e spesso la posta viene rifiutata per cui la storia non viene presa e si va avanti. Se guardi bene la trasmissione ti accorgi che in una storia sono abbronzata, in un’altra ho i capelli un po’ più lunghi. Non ci sarebbe un altro modo per fare C’è posta. È il programma che mi agita di più. Quando il destinatario della posta entra in studio è la prima volta che lo vedo anch’io”.