Pantani imita Benigni a Quelli che il calcio: “Spiego l’alfabeto in 21 puntate”

Molte erano le aspettative nei confronti della nuova edizione di Quelli che il calcio, non tanto per la struttura del programma, costrettaa dipendere dalle partite del campionato italiano, quanto più che altro per l'ingresso della Gialappa's Band nel programma. Dopo trent'anni di Mediaset il trio ha infatti detto addio al Biscione, trasferendosi in Rai e dando il via ad una seconda parte della carriera che ci si augura sia prodiga di novità. La prima puntata della stagione ha chiaramente fatto perno sulle certezze, per evitare passi falsi. Non paiono esserci state grandi fiammate, ma tutto è filato liscio. Le certezze erano, tra l'altro, i protagonisti comici della trasmissione, Lucia Ocone e Ubaldo Pantani.

In particolare quest'ultimo ha proposto un'ambiziosa imitazione, che probabilmente in Rai farà discutere, visto lo strapotere del personaggio in azienda. Si tratta di Roberto Benigni, parodiato naturalmente nella cornice divenuta a tutti più familiare, ovvero quella della sua lettura dei canti della Divina Commedia. Strepitoso il trucco ed anche molto simile la parlata, Pantani al momento va premiato più per la trovata che per la resa, almeno per quel che riguarda la parte testuale. Il comico ha naturalmente puntato sui fattori più noti del comico toscano, i vezzi nella parlata e nei gesti, l'idea di trovare della bellezza e della straordinarietà in qualsiasi cosa (in questo caso anche nelle porte). Ma qualche accenno anche alle polemiche che negli ultimi anni sono state associate al comico toscano, ovvero quelli dei cachet: "Provo una gioia talmente indescrivibile che mi vien voglia di fatturare". Infine l'ironia sul format dello spiegone, di cui Benigni ha fatto ampio uso negli ultimi anni, da Dante alla Costituzione, ai Dieci Comandamenti: per il Pantani-Benigni la prossima impresa sarà raccontarel'alfabeto agli italiani. Il comico poi ha provato a scherzare sia con il conduttore Nicola Savino che con la Gialappa's, oltre che con Collovati e Pizzul. Il giudizio sulla sua imitazione resta personale, ma la trovata di imitare Benigni, di per sé, è notevole.