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Nessuno può mettere le donne in tribuna

Il trattamento ricevuto da Aurora Leone alla cena di benvenuto della Partita del cuore è l’ennesimo atto di machismo gratuito che evidenzia come la causa femminista non sia ormai solo una moda del momento. Il posto negato al tavolo degli uomini diventa speculare alla presenza dell’attrice in tribuna e non in campo, in una formazione non inclusiva, che porta a giocare una partita impari e a perdere su tutti i fronti.
A cura di Eleonora D'Amore
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Sei donna, non puoi stare qui”, è con questa frase che Gianluca Pecchini, direttore generale della Nazionale Italiana Cantanti, ha messo un’altra tacca sul muro di un machismo tossico, con il quale si continua a minare il superamento della causa di genere. Un machismo che evidenzia come la lotta femminista non sia ormai solo una moda del momento. Il posto negato al tavolo degli uomini diventa speculare alla presenza dell’attrice in tribuna e non in campo, in una formazione non inclusiva, che porta a giocare una partita impari e a perdere su tutti i fronti.

Le è stato chiesto di allontanarsi, lasciando il posto a Ciro Priello, convocato con lei per l’evento benefico, e di prendere parte alla cena su una sedia estranea alla Nazionale Cantanti. “Il completino te lo puoi mettere in tribuna”, la lama si affila e affonda nella sensibilità di Aurora come fosse burro. Confinata sugli spalti con il suo completino, a tifare senza giocare, a garantire la sua firma su questo Green book della confraternita del calcio.

Aurora è stata difesa da Ciro, non in quanto amico ma in quanto uomo disgustato dalla realtà distopica alla quale stava assistendo. È questa la consapevolezza che dovremmo auspicare come antidoto ai rigurgiti misogini e discriminatori, proveniente dall'interno, dallo sguardo maschile che non si lascia contaminare dal maschilismo. Ciro però era solo, nessuno dei presenti pare sia intervenuto per impedire l’inevitabile, ossia l’esonero dall’evento e la compromissione della parola di una giovane ragazza schiacciata dalla prepotenza dei ‘grandi’.

Ma Aurora non ha reagito, lasciando il più delle rimostranze a Ciro, non perché non avesse niente da dire o non fosse capace di ribellarsi, chi la conosce sa quanto carattere ha da vendere. È stata ammutolita da una violenza che non si aspettava e si è trovata impreparata a doversene fare carico. Fatica a commentarlo perché non ha potuto urlare la sua rabbia, non ha voluto accettare il compromesso di sentirsi donna contro gli uomini, di giocare una partita di genere che di benefico aveva solo le intenzioni.

Si sta faticando molto per riequilibrare la formazione culturale sui concetti di parità e di normalizzazione di un’inclusione dovuta, inspiegabilmente ostentati come aspetti valoriali ma, di fatto, applicati il minimo indispensabile. Al momento, a poche ore dalla partita del cuore, risposte flebili dai canali ufficiali e assenza totale di Pecchini, cristallizzato nella sua posizione di direttore e ‘uomo incauto’.

Nessuno può mettere le donne in tribuna e, se così fosse, sarebbe bello assistere alla partita in un campo vuoto, ché il cuore a volte è meglio usarlo con la testa e non solo come manifesto.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, sono Caposervizio dell'area spettacolo a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Cinefila e appassionata di tv, nel tempo libero mi alleno a supportare un cognome impegnativo. 
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