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Live - Non è la D'Urso 2020-2021

Marco Carta assolto: “Gli hater saranno puniti, il mio fidanzato Sirio è stato il mio rifugio”

Marco Carta è stato assolto dall’accusa di furto aggravato di magliette alla Rinascente. Il cantante è stato ospite della puntata di ‘Live – Non è la D’Urso’ trasmessa il 4 novembre. Ha parlato del dolore provato in questi mesi e ha chiarito che gli hater saranno puniti. Si è rivolto, infatti, alla polizia postale. Infine, si è commosso ascoltando l’intenso messaggio che gli ha rivolto il fidanzato Sirio Filippo Campedelli.
A cura di Daniela Seclì
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Marco Carta è stato ospite della puntata di ‘Live – Non è la D'Urso‘ trasmessa lunedì 4 novembre. Nei giorni scorsi, il cantante è stato assolto dall'accusa di furto aggravato di magliette alla Rinascente. L'accusa aveva chiesto otto mesi di reclusione. Barbara D'Urso ha accolto Marco Carta nel suo salottino con un abbraccio. L'artista ha commentato:

"Sono passati un paio di mesi, sono stati mesi difficili. Ho sempre tenuto una maschera con un sorriso stampato in faccia per far stare tranquilli i miei familiari, ma non è stato facile. Sapevo di essere innocente".

Il messaggio del fidanzato Sirio Filippo Campedelli

Barbara D'Urso ha fatto emozionare Marco Carta parlandogli di Sirio Filippo Campedelli, il suo fidanzato. I due sarebbero legati da più di tre anni. Il cantante ha raccontato di aver trovato rifugio in lui in questo momento difficile. Così, la conduttrice ha mandato in onda un intenso messaggio da parte di Campedelli:

"Una delle tue artiste preferite dice in un suo brano ‘Nel blu dei giorni tuoi più fragili, io ci sarò' e così per noi è stato. Ho capito quanto bisogno avevi di me fin da subito quel giorno e mi sono messo in marcia più di prima, mettendoti davanti a tutto senza neanche rifletterci un istante. Non abbiamo vissuto un periodo semplice, ma spero di essere stato all'altezza delle tue necessità. Spero di avere alleggerito i tuoi dolori, spero di averti sorretto come desideravi e spero di averti protetto come meritavi. In un lampo, però, tutto è cambiato con il peggiorare della malattia di papà e sei riuscito ad accantonare le tue preoccupazioni, perché ero io a quel punto ad avere bisogno di te e tu ci sei stato. Per questo oggi voglio dirti quanto sono felice, abbiamo superato ostacoli importanti, a volte anche cadendo ma non mollando mai. E siamo ancora qui, io, te e le nostre bambine (le loro due cagnoline, ndr). Grazie amore, ti amo. Il tuo Ufi".

Marco Carta è apparso commosso: "Lui è un amore. Suo padre è morto in questi mesi e io ho concentrato tutte le mie forze su di lui, nonostante ci fosse questo problema. Dedico questa sentenza a Sirio, alla mia famiglia e agli amici veri, che sono pochi".

Marco Carta svela un particolare inedito sul giorno del furto

Marco Carta ha svelato un particolare inedito sul giorno in cui è avvenuto il furto. Ha spiegato che lui è uscito dalla Rinascente un po' prima rispetto a Fabiana Muscas (la donna nella cui borsa sono state ritrovate le magliette, ndr). Solo dopo qualche istante, si è accorto che la sua amica era stata accerchiata dalla sicurezza ma non è affatto scappato e ciò dimostrerebbe la sua estraneità ai fatti:

"Io non sapevo minimamente che dentro quella borsa ci fossero quelle magliette. Ricordi quando ti dicevo: ‘Tengo a freno la lingua per rispetto della magistratura'? Sono una persona molto rispettosa. C'è una cosa su quel giorno che non ho mai detto. Io sono uscito un po' prima di lei, ero al cellulare. Ero a qualche metro di distanza. Mi sono girato e l'ho vista accerchiata, io sono tornato indietro in suo soccorso. Ho chiesto: ‘Cosa è successo?'. Mi hanno detto: ‘La signora è con te? Allora seguici anche tu'. Una persona che ha paura per la propria incolumità perché sa di aver fatto qualcosa, non torna neanche indietro. Questo è ovvio".

Si è rivolto alla polizia postale per punire gli hater

Marco Carta ha spiegato di essere rimasto ferito dall'odio degli hater. Ha provveduto a rivolgersi alla polizia postale per fare in modo che vengano puniti coloro che hanno colto l'occasione per insultarlo pesantemente: "C'è stato un accanimento generale che mi ha fatto molto male. Oggi sto bene, sono sereno, però è stato brutto, soprattutto l'accanimento sui social. La polizia postale provvederà a punire tutti gli insulti razziali e xenofobi. Ho fatto gli screenshot, quindi è inutile andare adesso a cancellarli. […] In Italia spesso ci piace credere più alle cattive cose che alle belle cose. È un Paese che punta facilmente il dito".

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