8 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

La tv è di sinistra. Berlusconi? Acchiappa-ascolti

Secondo un’analisi della giornalista Laura Rio, la vittoria è schiacciante per i programmi “rossi” con 14 milioni di telespettatori contro i programmi definiti (impropriamente) “neri” con più di 3 milioni di fedelissimi. Presto arriverà la risposta di Mediaset: Augusto Minzolini in seconda serata?
A cura di Fabio Giuffrida
8 CONDIVISIONI

Il Giornale, anzi Laura Rio, stamattina si è lanciata in un'interessante analisi della televisione italiana. Ha contato il numero di telespettatori, ha chiamato a raccolta conduttori e programmi, ne ha analizzato contenuti e target, ha intuito quindi che il pubblico di sinistra è ben più ampio rispetto a quello che viene definito "moderato". E poi si è lanciata in un'impropria definizione: programmi rossi e programmi neri. Come dire, comunisti e fascisti. La solita sciocchezza a cui non crede più nessuno, dal momento che a Roma tutti, indistintamente da pseudo ideali e pseudo programmi elettorali, appoggiano l'impopolare (ma necessario) Mario Monti. In fondo Laura Rio ha ragione: solo un quarto dei programmi è ad appannaggio dei moderati, il resto è tutto in mano ai democratici. Il punto è che molte trasmissioni moderate sono anche fallite: basti pensare a Vittorio Sgarbi oppure all'appena scappato Giuliano Ferrara con il suo Radio Londra che andava in onda su Rai 1 con risultati auditel discutibili.

3 milioni di moderati contro 14 milioni di democratici, ad avere il podio "rosso" Ballarò di Floris, Che tempo che fa del lunedì con Fazio-Saviano, poi Report, Piazza Pulita, L'Infedele, Otto e mezzo e In onda. Solo tre i programmi moderati: Quinta Colonna di Paolo Del Debbio, L'Ultima Parola di Gianluigi Paragone e – of course, ciliegina sulla torta – Porta a porta di Bruno Vespa. Insomma un dislivello non indifferente che potrebbe pesare anche sul risultato delle prossime elezioni politiche anche se, noi ne siamo certi, i soliti volti noti (pseudo potenti) riusciranno a trovare un modo per mettere a tacere l'informazione libera, a suon di par condicio e "caccia alle streghe". Questa analisi però è l'occasione giusta per riflettere anche sugli ascolti di questi programmi moderati: come mai quelli ritenuti "rossi" ottengono tutto questo successo? Non è che forse hanno più autorevolezza e credibilità? Come si può avere fiducia di un telegiornale che consente al politico di turno di provare i suoi monologhi, neanche fosse un set cinematografico? Come si può seguire un tg che ogni giorno realizza "reportage" inutili sul tempo? Come si può avere fiducia di questa pseudo informazione?

Una manna dal cielo per gli ascolti è stato Silvio Berlusconi, questo Il Giornale lo ha ribadito ed ha chiaramente ragione. Ci sono giornali e giornalisti che "grazie" a Berlusconi sono riusciti a ritagliarsi il loro spazio. Il gossip che si era creato intorno all'ex Premier aveva portato i programmi antiberlusconiani a "volare" negli ascolti, basti pensare all'intervista a Patrizia D'Addario di Annozero o ancora agli speciali di La7. "Le reti private scelgono la propria linea editoriale come vogliono" sottolinea infine la Rio: Mediaset tra l'altro schiererà un nuovo programma d'informazione in seconda serata – chissà – condotto da Augusto Minzolini, ex Direttore del Tg 1. Nel frattempo la Rai è ancora alla ricerca di un degno sostituto di Annozero che – scusate la presunzione – non troverà mai.

8 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views