Alle ore 15 circa del 14 gennaio 2017, Barbara D'Urso palpava una tetta della maggiorata Allegra Cole per testare la consistenza di una decima di reggiseno. Alle 17 dello stesso giorno, dopo aver intervistato il Ken Umano e poi il figliastro di Marina Ripa di Meana e il suo cane, la conduttrice ospitava l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per chiedergli delucidazioni sul suo programma elettorale, che progetti avesse per abbassare le tasse e cosa avrebbe scritto nel post Facebook a lei dedicato una volta uscito dallo studio.
A detta dell'autore dell'articolo, basterebbe questa sintesi a dimostrare l'insalubrità e l'inadeguatezza dello spazio televisivo ad ospitare interviste politiche a 50 giorni circa dalle elezioni. La par condicio e il conflitto di interessi per una volta non c'entrano, l'indulgenza non passa attraverso il fatto che Barbara D'Urso intervisterà tutti i principali esponenti dei partiti che concorrono alle elezioni, come ha annunciato.
Barbara D'Urso fa un altro mestiere
Semplicemente, Barbara D'Urso non dovrebbe intervistare esponenti politici perché non è in grado di farlo, non dimostra di avere le conoscenze per contestare i dati e le affermazioni di Berlusconi, Renzi, Di Maio o chiunque esso sia e non basta avere una redazione giornalistica come quella di Videonews a supporto per poter legittimare il passaggio degli esponenti politici in trasmissione. Un anno fa circa il tribunale di Monza respingeva l'accusa dell'Ordine dei Giornalisti a suo carico di "esercizio abusivo della professione". Ma qui la questione deontologica c'entra poco, il parere personale del sottoscritto è che il mestiere di Barbara D'Urso sia un altro e che lo faccia benissimo, come confermato dall'enorme seguito di pubblico che ogni domenica caratterizza il suo programma. Non è giusto che la politica si approfitti di lei e del suo pubblico provando ad inserirsi in ogni spazio televisivo possibile per spammare i propri volantini elettorali. Non è giusto che la politica ritenga di potersi imbucare in qualunque programma televisivo con la sola preoccupazione di trovare il travestimento giusto. La politica, prima di entrare in tv, deve bussare e presentarsi, altrimenti è bugiarda a prescindere. Fermare tutto questo dovrebbe avere come presupposto il buon senso.
Il paradosso della tv italiana
Il sistema televisivo italiano è fondato su un paradosso, in cui la politica è capace di immobilizzare del tutto il Servizio Pubblico e, allo stesso tempo, fagocitare gli spazi della tv privata, in barba ad ogni regola di decenza minima. In Rai la vigilanza ha discusso la possibilità di impedire a Fazio e Vespa di intervistare personaggi politici durante il periodo di campagna elettorale (poi saltata), perché i due non hanno un contratto giornalistico con l'azienda e, per questo, non sono vincolati al tetto massimo di stipendio. Dall'altra parte, si concede ad un contenitore domenicale che per circa 30 puntate all'anno si occupa di gossip e cronaca rosa di ospitare per tre quarti d'ora un esponente politico, che è libero di parlare a ruota libera e senza il minimo fact checking e l'apparente totale accondiscendenza della conduttrice.
Aggiornamento del 15 gennaio, ore 16.41: come volevasi dimostrare, Berlusconi ha detto alcune bugie che nessuno ha smentito. Non c'è dubbio che tra i quasi 3 milioni di telespettatori di Domenica Live, qualcuno deve averci creduto.