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Il flop di Dazn e il silenzio della Lega Calcio: la responsabilità è anche dei club di Serie A

Ricostruendo i giorni in cui il bando per l’assegnazione dei diritti tv vinto dalla società spagnola Mediapro fu revocato dalla stessa Lega Calcio, grazie all’unanimità dei club di Serie A. Il caos che il tifoso sta vivendo tra Sky e Dazn lo deve proprio agli apparati societari dietro le loro squadre del cuore.
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Il fallimento di Dazn (mi raccomando, si pronuncia dazòn) dopo le prime due partite di campionato ha alimentato un vero e proprio tiro al bersaglio contro la nuova piattaforma. Oggi "Il Fatto Quotidiano" ricostruisce i giorni in cui il bando era stato vinto dalla società spagnola Mediapro, che aveva estromesso in un sol colpo sia Sky sia Mediaset. Un vero e proprio colpo gobbo con le società di calcio che avevano deciso di dire no al colosso spagnolo, che pur offriva più di un miliardo di euro. I club di Serie A hanno votato all'unanimità per la revoca della licenza, autorizzando quindi la Lega Calcio a trattare di nuovo con Sky, che nel frattempo si era già accordata con Mediaset per i diritti di trasmissione. I tifosi oggi puntano il dito solo su Dazn e Sky, ma probabilmente i primi destinatari della loro rabbia dovrebbero essere proprio gli apparati societari dietro le loro squadre del cuore.

Il pasticcio Dazn favorito dall'ostruzionismo della Lega Calcio

Dopo l'ostruzionismo della Lega Calcio a Mediapro, Sky e il gruppo Perform si dividono la Serie A ad un prezzo inferiore rispetto a quanto offerto da Mediapro. Con 973 milioni, la Lega Calcio dice sì ai due gruppi e allo "spezzatino" delle esclusive: venti milioni di euro in meno rispetto all'offerta di Mediapro più uno schiaffo bello forte al tifoso, l'utilizzatore finale, costretto al doppio abbonamento, quello oneroso e incompleto di Sky e quello economico e qualitativamente tutto da rivedere di Dazn. Tutto è cambiato perché nulla cambi, in realtà. Perché Dazn viene messo su grazie a mediazioni commerciali che suonano come vere e proprie spartizioni e derivazioni dai due operatori principali pre-esistenti: da Mediaset arrivano i commentatori top, da Pierluigi Pardo a Massimo Callegari, e da Sky arriva la "Regina" Diletta Leotta. Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano chiosa giustamente: "Tutti felici e contenti. E lo spettatore si adegui". O come direbbe Totò: "Arrangiatevi!"

L'intervento dell'Antitrust

Ed era prevedibile che dopo il caos generato dalle prime due giornate di Serie A, l'Antitrust intervenisse dopo le numerose segnalazioni. L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato due istruttorie, una contro Sky che non avrebbe specificato debitamente la variazione della sua offerta e contro DAZN, per aver diffuso pubblicità ingannevole e aggressiva. "Quando vuoi, dove vuoi", il claim della pubblicità "farebbe intendere al consumatore di poter utilizzare il servizio ovunque si trovi, omettendo le limitazioni tecniche che potrebbero impedirne o renderne difficoltosa la fruizione". Anche la possibilità di usufruire gratuitamente del primo mese senza vincoli contrattuali non sembra corretto: "il consumatore stipula un contratto per il quale è previsto il rinnovo automatico, con conseguente esigenza di esercitare l’eventuale recesso per non rinnovarlo".

Il silenzio della Lega Calcio

Quello che in questo momento pesa più di un macigno, è il silenzio della Lega Calcio. La faccia nei confronti degli amanti del calcio in tv se la stanno sporcando Sky e Dazn, ma è la Lega Calcio che ha creato i presupposti per un catastrofico scenario imbrigliando Mediapro e favorendo la divisione dei diritti così come oggi si è configurato. Si muovono le associazioni, intanto. Altroconsumo ha chiesto a Dazn di "garantire un mese extra gratis" per gli abbonati mentre l'Unione Nazionale Consumatori ritiene la Lega Calcio "responsabile" per aver assegnato i diritti a un gruppo che sta fornendo un servizio non soddisfacente. Intanto, questa settimana su Dazn ci saranno altre tre partite di primo piano: Parma-Juventus, Fiorentina-Udinese e Chievo-Empoli. I tifosi sono avvisati.

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