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The Voice Senior 2024

Gigi D’Alessio ha ‘arrevotato’ The Voice Senior

Il cantante è stato l’indiscutibile regista della giuria di The Voice Senior, dettandone i tempi, le discussioni e i meme, di cui si è fatto generatore automatico. Nel contesto generalista di Rai1 D’Alessio si conferma una presenza televisiva sempre più forte, mettendosi definitivamente alle spalle anni di ostracismo e pregiudizi.
A cura di Andrea Parrella
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The Voice Senior è stata la sorpresa televisiva di questo fine 2020. Il talent show di Rai1 condotto da Antonella Clerici ha riscosso un grande successo per tutta una serie di ragioni che lo hanno reso il programma giusto al momento giusto. Tra questi la giuria, che bene ha saputo interpretare lo spirito della gara e creare le giuste dinamiche. Giuria senza se e senza ma "diretta" da Gigi D'Alessio, che ne ha dettato costantemente i tempi, spesso facendo da conduttore vicario durante la fase delle blind audition.

Gigi D'Alessio, meme vivente

Più di tutto D'Alessio ne esce come un meraviglioso generatore automatico di meme, anche grazie all'ottimo lavoro di montaggio che ha caratterizzato le prima quattro puntate e dal quale sono emersi alcuni momenti a dir poco epocali, se restiamo nell'ambito del culto del trash. D'Alessio prende insistentemente in giro Clementino, si scambia baci a distanza con Loredana Bertè e le dice "vent'anni prima, ti sposavo, facevamo quattro o cinque figli", oltre a farsi declamatore di frasi romantiche di rito, auto elogiandosi con un prorompente "comm' sf***imm" so' forte!".

The Voice è casa sua

Meme a parte, con questa seconda esperienza a The Voice, Gigi D'Alessio conferma la capacità di adattarsi molto a questo genere di contesti televisivi, finendo per dominarli. Ci era già riuscito nella scorsa edizione, presentata da Simona Ventura, che però aveva obiettivi e un pubblico diverso. Nell'ambito squisitamente generalista di Rai1 si erge e rinnova la certezza di una presenza televisiva importante e sempre più convinta.

Contro ogni pregiudizio

Tutto questo discorso non può viaggiare separatamente dalla "storicizzazione" del personaggio D'Alessio. Quello che oggi è giunto a una fase di ecumenica beatificazione, è stato per anni oggetto di un ostracismo bidirezionale, da una parte conterraneo per quei molti campani che ne hanno rifiutato per molto tempo il valore rappresentativo; dall'altra di un pubblico nazionale che lo ha spesso sminuito con pregiudizio derisione. Stare sulla scena pubblica vuol dire anche resistere, accettare, saper incassare. Gigi D'Alessio ci è riuscito benissimo e oggi raccoglie i frutti di questa resistenza.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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