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Gerry Scotti e Carlo Conti dopo il Covid: “C’è stata una fratellanza di virus che ci ha legato”

Gerry Scotti e Carlo Conti hanno rilasciato una lunga intervista al settimanale Chi, dove hanno parlato della loro esperienza in ospedale, dove sono stati ricoverati per alcuni giorni in seguito all’acuirsi dei sintomi da coronavirus. I due conduttori hanno dichiarato di essere stati l’uno la spalla dell’altro, di essersi sentiti tutti giorni per informarsi sulle rispettive condizioni di salute, rafforzando la loro amicizia. E adesso pensano anche ad un programma insieme.
A cura di Ilaria Costabile
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Foto del settimanale Chi
Foto del settimanale Chi

Gerry Scotti e Carlo Conti sono stati protagonisti di un'inedita intervista rilasciata al settimanale Chi, dove i due noti conduttori hanno parlato della loro esperienza in ospedale, dove sono stati ricoverati in seguito all'acuirsi dei sintomida coronavirus. Questo periodo di sofferenza ha rafforzato il loro rapporto di colleganza e di amicizia, come confidano al settimanale di Alfonso Signorini. Il pubblico italiano è stato in apprensione per le sorti dei due conduttori che, però, sono riusciti entrambi a superare la malattia e hanno potuto far ritorno a casa.

I messaggi di forza tra Gerry Scotti e Carlo Conti

Sono i due volti iconici della tv italiana, competitor da sempre, ma mai davvero rivali. Eppure Gerry Scotti e Carlo Conti si sono riscoperti più vicini che mai, hanno affrontato le stesse paure, le stesse angosce e hanno trovato l'uno nell'altro il supporto che gli mancava per poter vivere in maniera diversa la loro degenza in ospedale. Come dichiara il conduttore fiorentino, sebbene il loro legame di persona non sia mai stato molto assiduo, sono sempre stati molto vicini dal punto di vista professionale e umano:

Quando ho scoperto che Gerry era positivo al Coronavirus gli ho mandato un messaggio. Perché con Gerry, anche se non ci siamo frequentati tanto di persona e, spesso, siamo stati dirimpettai, non dico “rivali”, in tv, c’è un legame. Ci sentiamo molto vicini e, ogni volta che ci incontriamo, sentiamo questa stessa pasta, questo tipo di umanità: amiamo il lavoro, la famiglia, c’è grande stima. Così gli ho scritto. Dopo qualche giorno ho scoperto di essere positivo anch’io e, da quel momento, c’è stato un costante sentirsi, informarsi: “Quanto ossigeno hai nel sangue? Cosa segna il saturimetro?”. C’è stata una fratellanza di virus che ci ha legato e ci ha fatto sentire vicini. La nostra telefonata quotidiana era un’iniezione di ottimismo e una corsa insieme verso la guarigione.

La stessa apprensione l'ha provata il presentatore milanese quando ha scoperto che anche Conti aveva contratto il virus, come racconta al settimanale: "Appena ho saputo di Carlo ho pensato "Non è possibile, lui no”, e, in quel momento, mi ha scritto. Ci siamo scambiati ogni giorno il nostro bollettino medico con dettagli tecnici che voi umani non potete immaginare, in quei giorni di ospedale ci mancava che ci dicessimo com’era la pastina della mensa. Le disgrazie creano un’affinità e aiutano a sviluppare un senso di fratellanza".

La preoccupazione per le famiglie

Non sono stati momenti facili quelli trascorsi in ospedale, momenti in cui i pensieri e le preoccupazioni non possono non affollare la mente sopratutto quando la famiglia è lontana e si è costretti ad affrontare questo percorso verso la guarigione in solitudine, anche quando le condizioni fisiche rischiavano di aggravarsi. Sia Carlo Conti che Gerry Scotti hanno pensato ai loro cari, come racconta il padrone di casa di Tale e Quale Show: "Nel momento peggiore, la mia più grande preoccupazione era che mia moglie e mio figlio si ammalassero, quando mi hanno detto che il loro tampone era negativo è stato il primo slancio di energia verso la guarigione. Quando sono tornato a casa  ero su un pulmino e ho chiesto di essere lasciato fuori dal cancello perché volevo entrare sulle mie gambe, così mio figlio Matteo mi ha visto dalla finestra e mi ha salutato con la mano, e io gli ho sorriso". Il volto di Chi vuol essere milionario non è da meno e anzi, ripensando a quei giorni, rivive l'emozione del rientro a casa:

Ho pensato alla mia famiglia alla mia compagna, ai nostri figli, alla mia nipotina che sta per arrivare e, quando ero all’anticamera della terapia intensiva, ho pensato: “Ma perché proprio a me? Se mi intubano e resto in coma per 40 giorni, cosa succede? Non ho lasciato detto niente a nessuno, neanche una parola a Gabriella (la sua compagna, ndr), a Edoardo (suo figlio, ndr). Mi sentivo in colpa per l’improvvisa impotenza di un uomo che è sempre sul pezzo e, improvvisamente, si sente incapace. Quando sono tornato a casa, e nell’anticamera mi sono dovuto spogliare per buttare tutti i vestiti in un sacco per portarli a disinfettare, ho vissuto uno dei momenti più commoventi e più intensi: mi guardavano tutti con le lacrime agli occhi, persino il cane piangeva.

Il rientro in tv

Se Carlo Conti è riuscito a rientrare in tv per la finale del Torneo dei campioni di Tale e Quale Show, presenziando dopo tre settimane d'assenza, nello studio di Rai1, per quanto riguarda Gerry Scotti non è ancora chiaro se tornerà su Canale 5 per assistere alla finale di Tu sì que vales, dato chele scorse puntate ha partecipato da casa. Scherzando i due immaginano anche un programma insieme: "Ci pensiamo da tempo, adesso potremmo fare un nuovo format, “I due guariti” o un programma di medicina, “Dica 33” o, visto che siamo in due “dica 66".  Inoltre, si vociferava per Gerry Scotti una possibile partecipazione a Sanremo, condotto da Amadeus, che il conduttore ha commentato così: "Chiederò consiglio sul Festival a Carlo solo se lo dovessi presentare io, ho parlato ancora con Amadeus della possibilità di andare come ospite ma, in quel caso, saprò come cavarmela". 

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