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Amore Criminale 2018/2019

Filomena Lamberti sfregiata con l’acido dal marito: “Lui è già libero, non ho avuto giustizia”

La sesta puntata di ‘Amore Criminale’, in onda domenica 14 ottobre, racconta la storia di Filomena Lamberti. La vita della donna è cambiata il 28 aprile 2012. Il marito non accettava che – stanca delle continue sopraffazioni e violenze – la Lamberti avesse deciso di separarsi. Una notte le ha versato sul volto una bottiglia di acido, sfigurandola e riducendola in fin di vita.
A cura di Daniela Seclì
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Domenica 14 ottobre, Rai3 lascia spazio alla sesta puntata di ‘Amore Criminale’. Veronica Pivetti racconta la storia di Filomena Lamberti. La donna, originaria di Salerno, è stata sfigurata dal marito V.G. che le ha versato una bottiglia di acido sul viso. L'uomo è stato condannato a 18 mesi, di cui solo 15 trascorsi in carcere. Oggi è un uomo libero.

Chi è Filomena Lamberti

La protagonista della sesta puntata di ‘Amore Criminale’ è Filomena Lamberti. Ha 58 anni ed è originaria di Salerno. È sposata con V.G. e con lui gestisce una pescheria a Eboli. Ha tre figli e la sua vita, complice l'eccessiva gelosia del marito, si snoda tra le faccende domestiche e il lavoro. Il clima in casa non è affatto sereno.

Il matrimonio infelice di Filomena Lamberti

Filomena ha solo sedici anni quando conosce V.G. Lo incontra in una balera a Salerno e si innamora di lui. Presto i due decidono di sposarsi e così ha inizio un lungo e infelice matrimonio che durerà per ben 35 anni. L’uomo si dimostra ossessivo e geloso. La controlla morbosamente nel timore costante che Filomena possa avere degli amanti. Non mancano sopraffazioni e violenze fisiche a cui assistono anche i tre figli. Per anni, la Lamberti si sottomette alla volontà di V.G. e accetta quella prigione fatta solo di lavoro, vita domestica e violenze, ma un giorno le cose cambiano.

28 aprile 2012: Filomena Lamberti sfregiata con l’acido

Un giorno Filomena viene a sapere che il figlio maggiore ha dato uno schiaffo alla fidanzata. È la goccia che fa traboccare il vaso. Comprende che accettando di lasciarsi sopraffare dal marito, sta dando ai suoi figli un messaggio sbagliato. Così, decide finalmente di reagire. Filomena comunica a V.G. di voler mettere fine al loro matrimonio e chiede la separazione. L’uomo le lascia credere di accettare la sua decisione. La notte del 28 aprile 2012, mentre la Lamberti è a letto, V.G. le versa una bottiglia di acido sul viso. I figli sentono le urla della madre e la portano subito in ospedale. Ecco cosa ha raccontato Filomena in un’intervista rilasciata a Fanpage.it (vedi video in alto):

“Mentre dormivo venne vicino al letto con questa bottiglia di acido, mi bussò sulla spalla e mi disse: ‘Guarda che ti do’. E mi versò tutta la bottiglia di acido addosso. Ho subito 22 interventi e non ho ancora finito. L’unica volta che ho pianto è stato quando il dottore è venuto vicino a me e ha detto: ‘Filomena, noi facciamo tutto quello che c’è da fare, però tu non ritornerai mai più come prima’. Andai in bagno e mi specchiai e lì lo shock fu terribile. Tutta la notte guardavo la finestra perché mi volevo buttare giù. La Filomena di una volta ormai non esisteva più".

V.G. condannato a 18 mesi, oggi è un uomo libero

Agli inquirenti, V.G. racconta una versione diversa: “Abbiamo litigato e mia moglie è andata a prendere l'acido muriatico. Ha fatto per gettarmelo addosso ma io mi sono difeso, le ho afferrato il braccio e abbiamo lottato. In quel momento la bottiglia le si è rovesciata addosso”. L’uomo viene arrestato. Affronta il processo per direttissima e patteggia la pena. Viene condannato a 18 mesi per maltrattamenti in famiglia. Ne sconta solo 15 in carcere. Oggi è un uomo libero. Filomena ha commentato:

“A me non è stata fatta giustizia. Io non sono stata mai ascoltata e mai vista da nessuno. La Filomena di oggi, la prima cosa che direbbe alla Filomena di ieri è di amarsi un po’ di più. Per me questa è una nuova vita. La mia identità è stata violata ma è anche la vita di una donna libera. Lui vedeva amanti ovunque, era tutto tabù. Bisogna denunciare alla prima forma di violenza. Alla prima forma di violenza bisogna dire ‘no’ e lasciarlo”.

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