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Fabio Curto: a The Voice of Italy vince il cantautorato per cui non siamo pronti

Fabio Curto ha vinto la terza edizione di The Voice of Italy rappresentandone la quota cantautorale. Che ne sarà di lui in un Paese che non ama i cantautori da classifica?
A cura di Francesco Raiola
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Non sarà facile per Fabio Curto, fresco vincitore della terza edizione di The Voice of Italy, capovolgere quello che è il risultato delle prime due edizioni di The Voice of Italy, il più giovane tra i talent che contano. Le prime due edizioni, infatti, non hanno, al momento, portato alla luce qualche nome che ci si ricordi per meriti musicali e che abbia, in qualche modo, raggiunto un po' di successo di vendite. Nessuno, ormai, ricorda quasi più Elahida Dani, ragazza albanese che si è aggiudicata la prima edizione del programma che non è riuscita neanche a beccare voti dall'Italia durante l'ultima edizione dell'Eurovision a cui a partecipato difendendo i colori del suo Paese d'origine. Maggior successo, invece, per Suor Cristina Scuccia, la vincitrice chiacchieratissima dello scorso anno. Non ce ne vorrà la Scuccia, ma come avevamo immaginato subito dopo la vittoria finale non c'è stato un enorme successo della cantante che non era proprio uno dei personaggi più adatti al mercato italiano. Certo, la cantante aveva avuto il merito di portare il programma italiano sulla bocca e le tv di tutto il mondo, da quando il video del provino di Suor Cristina era diventato un po' ovunque, al punto da scomodare anche Oprah Winfrey e Woopy Goldberg. Forse sentiremo parlare di Giacomo Voli, arrivato secondo lo scorso anno e diventato, oggi, ufficialmente una delle nuove voci del Banco del Mutuo Soccorso.

La storia c'è tutta: il ragazzo del sud (calabrese) che parte facendo il busker (suona per strada, insomma) – come ha voluto ricordare lui stesso con un video postato ieri mattina sulla sua pagina Facebook -, con una bella voce, capace di suonare, e con una sensibilità spiccata per il cantautorato e la vittoria finale del talent Rai. Perfetto. Forse anche troppo. Non sappiamo quanto possa esserlo da noi, infatti, dove il nuovo cantautorato da classifica s'è fermato a qualche decennio fa. C'è da dire, però, che questa volta con gli inediti The Voice ha puntato sul sicuro, ovvero sull'italiano, a differenza di quanto visto ultimamente (i primi singoli di Lorenzo Fragola e dei The Kolors sono in inglese), benché proprio quelli fossero un po' deboli. Non c'era la canzone che ti teneva incollato alla tv, né quella che ricorderemo a memoria (a parte qualche parola di qualche ritornello). Ma Curto è probabilmente il nome migliore che poteva uscire e chissà che futuro avrà nelle mani di Francesco Facchinetti.

Resta però la sensazione che se negli ultimi anni è dai talent, comunque, che sono arrivati alcuni dei fenomeni delle classifiche italiane (ma sono pochi rispetto alla quantità di talenti che ci hanno provato): da Marco Mengoni ad Emma e Alessandra Amoroso fino a Moreno, Dear Jack e Lorenzo Fragola – usciti principalmente da ‘Amici', che quest'anno ne sfornerà ancora e ‘X Factor' – The Voice sconti ancora la gioventù che ha influenzato anche i talenti delle prime edizioni dei competitor. Nonostante ciò la Universal ha puntato sulla maturità del programma premiando i 4 finalisti con la pubblicazione di un ep, regalando l'album lungo solo al vincitore. Vediamo cosa uscirà dalla testa di Curto e degli autori che lo aiuteranno. Se resterà il busker con la chitarra che racconta la propria vita o gli toccherà andare più incontro alla moda.

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